“Comune deve ad Eni 427 mila euro per depurazione”, dopo 24 anni vicenda non è chiusa

 
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Gela. Una controversia giudiziaria che ha avuto inizio addirittura ventiquattro anni fa e che si è solo parzialmente risolta sul finire del 2019. Secondo i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta, che hanno deciso dopo un annullamento della Cassazione, il Comune deve a Raffineria di Gela circa 427 mila euro. Un ammontare che rappresenta solo una minima parte della cifra, molto più consistente, che l’azienda iniziò a chiedere nel 1996. Sono somme che secondo i manager del cane a sei zampe Palazzo di Città deve versare per i costi sostenuti dal gruppo (prima attraverso Praoil e poi Agip) nelle attività di gestione e manutenzione del depuratore di Macchitella, delle stazioni di sollevamento dei liquami della fognatura comunale e delle opere di adduzione all’impianto consortile. Tutte attività svolte dalla multinazionale, per conto del Comune, tra il 1994 e il 1995. Un procedimento che si perde nel tempo, ma che dopo due decisioni favorevoli all’ente, con le richieste di Raffineria respinte, è arrivato all’annullamento disposto della Cassazione (che ha in parte accolto le istanze dei legali del cane a sei zampe) e alla nuova decisione della Corte d’appello di Caltanissetta, che ha riconosciuto il diritto dell’azienda a ricevere i 427 mila euro.

A questo punto, davanti a cifre comunque pesanti per le casse del municipio, l’amministrazione comunale ha deciso di ricorrere in Cassazione. Ha autorizzato l’affidamento dell’incarico legale all’avvocato Stefano Polizzotto, che già aveva seguito il resto del procedimento. Dopo ventiquattro anni, non è ancora stata scritta la parola fine e ballano cifre consistenti, soprattutto in questa fase.

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