Gela. La vicenda arriva in Cassazione. Così hanno deciso i giudici del tribunale dei minori di Caltanissetta, che negli scorsi mesi hanno assolto un minore, accusato di abusi sessuali su una bambina. Il giovane, poco più che quattordicenne all’epoca dei fatti, è stato riconosciuto incapace di intendere e di volere. Non avrebbe avuto alcuna consapevolezza degli approcci e degli atti a sfondo sessuale ricostruiti dagli investigatori. Le loro famiglie vivono nella stessa zona, in città, e i fatti si sarebbero verificati durante quelli che in apparenza potevano sembrare normali momenti di gioco. Secondo i pm della procura minorile di Caltanissetta, nonostante l’assoluzione, al minore va comunque applicata una misura di sicurezza, perché ritenuto socialmente pericoloso. La richiesta però non è stata avanzata al termine del giudizio e anche i magistrati che hanno emesso la decisione non l’hanno prevista. Così, la procura ha avanzato un’istanza per modificare la decisione, prevedendo l’applicazione della misura. Una procedura da subito contestata dal legale del minorenne, l’avvocato Salvo Macrì. Ha spiegato che non c’è una possibilità procedurale di modificare un provvedimento già emesso dai giudici. Intanto, la sentenza di assoluzione è diventata definitiva. Ha respinto il contenuto dell’istanza avanzata dai pm. I giudici, citando alcuni precedenti giurisprudenziali, hanno deciso che la vicenda possa arrivare direttamente in Cassazione.
La difesa ribadisce però che un iter di questo tipo possa trovare fondamento solo nel caso di un’impugnazione formalizzata dal pm e non davanti ad una semplice istanza di correzione. Sull’eventuale misura di sicurezza da imporre al giovane saranno i giudici romani a pronunciarsi, anche se dai fatti sono ormai trascorsi circa cinque anni. La famiglia della bambina ha seguito il procedimento, rappresentata dall’avvocato Nicoletta Cauchi.
