Gela. Venne coinvolto nell’inchiesta “Angeli e demoni”, con una condanna finale a cinque anni di reclusione. Domenico Rodoti fece parte del branco che ridusse in fin di vita un giovane, vittima di un’aggressione all’interno della discoteca “Caligola”, a Manfria. Dopo aver espiato circa due anni e mezzo di detenzione in carcere, il tribunale di sorveglianza di Catania gli ha concesso l’affidamento in prova ai servizi sociali. Lascia il carcere di Caltagirone, dove era detenuto in regime di semilibertà, dopo aver già ottenuto l’autorizzazione a lavorare al mattino, per fare ritorno di sera nella struttura penitenziaria. Accogliendo il ricorso presentato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Giuseppe Fiorenza, i giudici hanno disposto il ritorno in libertà. Continuerà a scontare la pena, attraverso attività sociale e lavoro. Lo scorso anno, era stato l’unico dei coinvolti in quell’inchiesta ad ottenere il beneficio della semilibertà, con i giudici che valutarono favorevolmente l’istanza del suo legale.
La condanna definitiva, emessa nei confronti di sette imputati, risale al 2017. Il giovane preso di mira venne travolto dalla furia del gruppo e finì inerme. Per lui furono necessarie cure specialistiche, anche a causa delle ferite riportate alla testa. Rodoti, secondo i giudici, ha dimostrato di volersi lasciare alle spalle quel passato, dedicandosi al lavoro e al volontariato.