Gela. L’onorevole Pino Federico, esponente del Movimento dei Siciliani, lascerà la politica. L’ormai ex deputato all’Assemblea regionale siciliana, Miguel Donegani, che ha ripreso l’attività d’insegnante di sostegno, dice di “vivere in un appartamento in affitto e chiede di verificare il suo conto in rosso”.
Sono queste le prime reazioni di due dei tre deputati gelesi, finiti insieme a tutti gli altri onorevoli dell’Ars nel precedente governo retto da Raffaele Lombardo, finiti nell’inchiesta per uso illecito delle somme destinate ai gruppi parlamentari avviata dalla procura di Palermo. Per loro pende l’accusa di peculato. L’altro deputato, Lillo Speziale, ha preferito non rilasciare nessuna dichiarazione.
“Sono apposto con la mia coscienza – spiega Pino Federico – Ho appreso dai quotidiani che rientro, insieme ad altri 53 deputati, sull’indagine avviata dalla procura di Palermo su cinquemila euro destinati ai capogruppo. Io non sono mai stato capogruppo – precisa – Ad oggi non ho ricevuto nessun avviso di garanzia. Non so neanche come quelle risorse potevano essere utilizzate. Penso che questa sia l’ultima legislatura, non mi candiderò più. Cerco di portare avanti il mio mandato. Ho il dovere di farlo poi tornerò completamente alla mia famiglia e al mio lavoro. Lavorerò per la mia collettività, nel rispetto dei miei elettori, ma sotto altri punti di vista”.
Si dice tranquillissimo, Donegani (Pd) “Non ho ricevuto nulla – aggiunge – Ho sempre fatto parlare il mio vissuto e non ho mai chiesto alcun rimborso. Pago ancora debiti avviati per le mie campagne elettorali. Vivo in un appartamento in affitto. Spero che le indagini vadano avanti per capire ed evitare le generalizzazioni. Non ho mai utilizzato soldi del partito. In politica ci ho sempre rimesso. L’indagine è giusta per distinguere i buoni dai cattivi”.