Licenziato da amministratore giudiziario, Guastella ricorre: “Violato codice antimafia”

 
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Guastella ha impugnato il licenziamento

Gela. Gli effetti “collaterali” dell’inchiesta “Camaleonte”, che ha toccato il gruppo imprenditoriale della famiglia Luca, si sono abbattuti anche su chi non è mai stato coinvolto nell’indagine. Lo scorso maggio, Michele Guastella, storico dipendente della “Car Luca”, la società che controlla la concessionaria “Lucauto”, si è visto recapitare un provvedimento di licenziamento, autorizzato dall’amministratore giudiziario, al quale il gip del tribunale di Caltanissetta ha assegnato l’incarico di portare avanti le società del gruppo. Sarebbe venuto meno il presupposto fiduciario e inoltre sulla decisione peserebbe il rapporto di parentela tra Guastella e uno degli indagati. In totale, sono due i dipendenti che hanno perso il posto di lavoro. Nel caso di Guastella, tutto sarebbe accaduto, quasi di punto in bianco. Nei primi mesi di amministrazione giudiziaria, come ricorda il suo legale, l’avvocato Francesco Castellana, a Guastella vennero assegnate ulteriori mansioni e la retribuzione è sempre stata regolare. Poi, però, tutto è precipitato, con il dipendente messo alla porta. Guastella ha deciso di impugnare il licenziamento, ritenendolo illegittimo e anche contrario al codice antimafia. Saranno i giudici a valutare l’intera vicenda. Secondo il legale che lo assiste, il licenziamento non poteva essere disposto dall’amministratore giudiziario. “Guastella non è un collaboratore scelto dall’amministratore – spiega Castellana – ma un lavoratore dipendente già contrattualizzato a tempo indeterminato e quindi non poteva essere licenziato”. Anche i rapporti di parentela con uno degli indagati, secondo il ricorso che è stato presentato, non possono giustificare il taglio. “L’indagato non risulta assumere funzioni datoriali, di governance o di proprietà capitaria in capo alla “Car Luca”, quale datore di lavoro del signor Michele Guastella”, aggiunge il legale.

I motivi posti a fondamento della fine del rapporto di lavoro vengono considerati in netto contrasto con le norme in materia e Guastella ha deciso di intraprendere una battaglia giudiziaria, “anche a tutela della sua dignità professionale”, spiega Castellana. Il sospetto che viene sollevato è che possa invece trattarsi di una decisione “ritorsiva”, così viene definita nel ricorso, a danno del dipendente del gruppo Luca.

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