Non erano operai in nero, assolti titolare “Agriservice” e lavoratori azienda

 
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Gela. L’indagine partì dopo una segnalazione e gli accertamenti della guardia di finanza. Secondo gli investigatori, ci sarebbe stato l’impiego di lavoratori non in regola alla “Agriservice”, azienda locale che opera nella distribuzione e commercializzazione di prodotti agricoli. Sarebbero stati individuati diversi casi di ingaggi non in regola. Accuse, che dopo una lunga attività istruttoria, non hanno trovato conferma. Il giudice Miriam D’Amore ha assolto il titolare, Giacomo Cirignotta, che era accusato anche di truffa, e gli allora dipendenti Veronica Paradiso, Vita Forte, Rosaria Costanzo e Calogero Di Stefano. Le contestazioni mosse ai lavoratori riguardavano un presunto favoreggiamento, perché le dichiarazioni che resero durante le indagini non vennero ritenute veritiere. Per gli inquirenti, avrebbero cercato di coprire Cirignotta. E’ stato disposto il non doversi procedere, invece, per Francesco Faraci, deceduto prima che si potesse arrivare alla decisione finale. Il pm Pamela Cellura, a conclusione della requisitoria, ha confermato quanto ricostruito dagli investigatori, chiedendo la condanna a due anni e tre mesi di reclusione per Cirignotta e a sei mesi per gli altri imputati. La difesa dell’imprenditore, sostenuta dall’avvocato Flavio Sinatra, è però riuscita a dimostrare che in realtà il rapporto lavorativo degli operai forniti da una società interinale venne comunque regolarizzato entro i termini disposti dalla legge, nonostante al momento dei controlli fossero emerse le difformità che hanno poi fatto partire l’inchiesta.

Lo stesso imprenditore ha spiegato di aver agito secondo quanto previsto dalla normativa, allora in vigore. I legali degli altri imputati, gli avvocati Giovanna Zappulla, Fabrizio Ferrara e Concetta Di Stefano, hanno spiegato che i lavoratori sentiti dai finanzieri non rilasciarono false dichiarazioni. Avrebbero parlato di quello che era stato il loro effettivo rapporto con la proprietà di “Agriservice”, azienda che soprattutto in passato è stata al centro di diverse verifiche. Il giudice D’Amore ha emesso un dispositivo favorevole agli imputati.

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