Gela. Imputazione coatta, per diffamazione, per l’ex presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, autore del libro “E io non ci sto” edito da Longanesi. L’ha ordinata oggi il Gip di Milano, Alessandra Di Fazio, respingendo la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura ed accogliendo in toto la richiesta dell’ex presidente dell’Ance Sicilia, l’ingegnere Pietro Di Vincenzo che era assistito dall’avvocato Mirko La Martina. Nel libro, nel capitolo “Un personaggio influente”, Crocetta raccontava che “Nel luglio del 2003, quando ero sindaco (di Gela ndr) da pochi mesi, ricevetti la telefonata di un operaio a me vicino del dissalatore di Gela, che mi chiese come mai l’ingegnere di Caltanissetta – Di Vincenzo, appunto – che aveva perso la gara bandita per la gestione ·dell’impianto, stesse ugualmente assumendo l’incarico” e poi, secondo il Gip di Milano insinuava “nel lettore la convinzione che la Di Vincenzo S.p.A. avesse partecipato alla gara di appalto per la costruzione e gestione del dissalatore di Gela, e non riuscendo a vincerla, avesse comunque, di lì a poco, ottenuto la gestione dell’ appalto dall’impresa che se l’era aggiudicato di diritto, la Holst Italia S.p.A .. Infine, che tale risultato fosse stato ottenuto attraverso il ricatto, l’ inganno ed il malaffare”.
Il Gip ha ricostruito i fatti accertando che evinceva che la Di Vincenzo S.p.A. non aveva perso la gara di appalto per il dissalatore di Gela, perchè non vi aveva mai partecipato; la cessione del ramo d’azienda alla Di Vincenzo era avvenuta ben 11 anni dopo quando alla fine dell’appalto mancavano 82 giorni. “Non si rinviene traccia del meccanismo illecito definito ‘al limite della turbativa d ‘asta’ descritto da Crocetta nel suo libro” scrive il Gip. Per questo il giudice delle indagini preliminari ha ordinato alla Procura di Milano di formulare, entro 10 giorni, l’imputazione per Crocetta.