Sbarco all’ombra di Lucky, ecco i padri della mafia in Sicilia

 
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Gela. La fine della seconda guerra mondiale nel 1943, quello che era stato unificato a fatica dal ventennio fascista, con il famoso trattato dell’8 settembre 1943, l’Italia tornò ad essere politicamente divisa.

Al nord i nazifascisti e la repubblica di Salò, guidata da Mussolini e osteggiata dai partigiani, formarono un governo provvisorio in lotta fino al termine definitivo della seconda  guerra mondiale in Europa,  mentre al sud, il governo di Badoglio con l’altro fuggiasco di Vittorio Emanuele III, formarono un regno governato dagli alleati con capitale Brindisi e poi Salerno.

Nel meridione i cittadini hanno dovuto subire ancora una volta i disastri dei liberatori commessi dagli Americani in Sicilia e dalle forze alleate con le famose marocchinate operate sulle donne della Ciociaria e Sicilia, gli alleati si comportarono da conquistatori macchiandosi di crimini a lungo coperti e favorendo uno sviluppo disordinato nel territorio di Napoli e in Sicilia trattando con la mafia. Alimentarono il mercato nero e il contrabbando, riabilitando personaggi compromessi con il fascismo per frenare l’ascesa delle sinistre.

Il regno del sud, costituitosi con l’avanzata delle forze alleate nel mezzogiorno, fu macchiato di soprusi spaventosi, perché mancava l’opposizione di una forza organizzata.

La superiore ragione di stato, legata alla necessità di ottenere fondi e riconoscimenti internazionali, dopo il disastro della guerra, voluta da Mussolini e relegando all’oblio le sofferenze di migliaia di donne per la condotta irresponsabile degli angloamericani.

Perché a pagare devono essere sempre i meridionali?

Nella unificazione dell’Italia, sono stati i meridionali ad accollarsi le spese dell’unificazione per non dispiacere i piemontesi, nelle storia delle marocchinate a piangere disperatamente sono state in particolare le donne della provincia di Frosinone e della Sicilia, mentre a raccoglierne i frutti sono sempre quelli del nord.

Ma noi siamo buoni e sappiamo aspettare nel caso delle marocchinate dobbiamo aspettare il 2047 per aver qualche risposta al revisionismo, ma per l’unificazione non è prevista nessuna data. Viva l’Italia?

Un’altra storia legata agli inizi del 1900, Salvatore Lucania (Lucki Luciano) raccoglieva zolfo e lo trasportava a fatica sulle spalle, quando nel 1905 con la mamma Rosa, le due sorelle e i tre figli maschi, compreso Salvatore, di appena 7 anni, si imbarcarono a Palermo per New York.

Nei primi mesi trascorsi in America i fratelli avevano scelto lavori onesti, lui scalpitava e a 11 anni lavorava nel reparto spedizioni di una fabbrica di cappelli per 5 dollari la settimana.

Si licenziò subito dopo una vincita di 244 dollari ai dadi e si dedicò al gioco d’azzardo, si inserì nel traffico di eroina e fece carriera con le famiglie mafiose che si erano trasferite in America dopo le repressioni del Prefetto Mori, incaricato dal Duce, l’esodo dei mafiosi avvenne senza ostacoli fino al 1924, quando entrò in vigore il National Origin Act (NOA), che regolava l’immigrazione sregolata dall’Italia.

Vi si diresse Joseph Bonanno, originario di Castellammare del Golfo interessato dalle leggi sul proibizionismo, un barile di birra costava meno di 5 dollari ma ne rendeva ben trentasei, malgrado la concorrenza degli Irlandesi e degli Ebrei.

Il mafioso Giuseppe Joe Masseria, prese il sopravvento su tutti i Gangster perché meglio organizzato e usava metodi spiccioli, facendoli uccidere dai suoi mafiosi, tra questi assassini, c’erano il calabrese Francesco Castiglia, (Frank Castello) Gaetano Lucchese (Tommy tre dita) e Salvatore Lucania (Lucky).

Sempre da Castellammare di Stabia, arrivò Salvatore Maranzano che installò una distilleria a cui fece parte Joe Bonanno, divenendo il braccio destro di Maranzano. Nel 1926, Luciano aveva 26 anni e pensava di allargare i suoi affari, decise di eliminare il suo capo Masseria, il 15 aprile del 1931, lo fece massacrare a colpi di arma da fuoco. Rimaneva ancora Maranzano che viene ucciso subito dopo.

Eliminando il capo indiscusso della mafia Siciliana, a New York fa accordi con Lucchese e promuove la grande alleanza con le 5 famiglie Americane più in vista: Joe Bonanno, Lucky Luciano, Gaetano Gagliano, Vincenzo Mangano, Joe Profaci ed allarga l’accordo ad Al Capone di Chicago.

Si formò una commissione che fu ripresa in Sicilia dai mafiosi Corleonesi.  

Il potere in Lucky aumentò notevolmente perché aveva incrementato i rapporti di forza con politici e sindacalisti ed estese i suoi rapporti con ditte di abbigliamento, trasporti, lavanderie, fabbriche di formaggio, mettendosi in società con Bonanno, riuscì a riciclare anche il denaro sporco e incrementare le estorsioni ai ristoranti.

Rimaneva sempre all’ombra anche perché il carcere l’aveva sopportato da adolescente nel 1916.

Il giudice Thomas Dewey e la sua squadra, nel 1936 dopo avere indagato in tutte le direzioni, l’arrestarono e chiuso nel penitenziario di Clinton dove fu trattato da vero signore e David Berillo, suo coimputato, divenne il suo cuoco e cameriere personale.

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