Gela. “Le mie non sono inutili polemiche. Chi lo sostiene, non ha capito nulla di cosa sia la cultura e di quale volano potrebbe innescare per l’economia della città”. L’artista Giovanni Iudice, che nel fine settimana appena trascorso ha chiesto pubblicamente chiarimenti sul mancato avvio della consulta per la cultura, si tira fuori. Negli scorsi mesi, insieme alla scrittrice Silvana Grasso e al pianista Alberto Ferro, era stato individuato come riferimento della nascente consulta, che però tale è rimasta. Non si è mai giunti all’avvio delle attività. Il presidente della commissione consiliare cultura Rosario Trainito e l’assessore Cristian Malluzzo hanno assicurato che sarà operativa, criticando le parole di Iudice. Hanno spiegato che i ritardi, tra le altre cose, sarebbero da addebitare al lockdown e alla “pausa” forzata imposta dall’emergenza coronavirus. Secondo Iudice, invece, manca la volontà politica di dare giusto lustro alla cultura e a tutto ciò che potrebbe ruotarvi intorno. Una cosa è certa, l’artista ha deciso che non farà parte di nessuna consulta.
“Confermo che al potere c’è gente inadeguata e priva di visione – dice – non sarò più disposto a far parte di qualsivoglia commissione culturale che questa città, semmai la comporrà, vorrà costituire. Tengo a precisare che in questi mesi di lockdown ho lavorato in videoconferenza con la commissione consiliare urbanistica, presieduta dall’architetto Giuseppe Morselli, producendo atti importanti per la città. Tutte le amministrazioni d’Italia hanno fatto ricorso a questi rimedi. Non comprendo come mai la commissione cultura si sia arenata sul tema Covid ad un anno dall’utilizzo del mio nome, speso con i media. Sono spiacente, ma avevo messo a disposizione, a titolo gratuito, la mia posizione di artista apprezzato in tutta Europa, ma avrò molto molte cose da fare. Ad maiora a tutti i politici attualmente impegnati nel governo della città”.