Gela. Avrebbe ottenuto denaro per consentire ad una sua conoscente di occupare un alloggio popolare dello Iacp. La cinquantottenne Patrizia Anfuso è stata condannata ad otto mesi di reclusione dal giudice Fabrizio Molinari. La donna, difesa dall’avvocato Salvo Macrì, era accusata di millantato credito.
Stando alla difesa, i soldi sarebbero serviti solo per sostenere le eventuali spese legali necessarie dopo l’occupazione dell’alloggio. Denaro che sarebbe dovuto spettare ad un avvocato, conoscente dell’imputata.
“La mia assistita – ha detto proprio Macrì – non può essere condannata per una semplice ragione, questo stesso tribunale, infatti, ha già assolto la donna che aveva occupato l’immobile dello Iacp. Quindi, perché dovrebbe pagare solo la Anfuso?”.
Il pubblico ministero Tiziana Di Pietro, invece, ha chiesto una pena ancor più pesante: un anno e sei mesi di reclusione.
Non è da escludere, comunque, che in appello possa anche essere sollevata una causa di nullità del procedimento: l’avvocato a cui sarebbero stati destinati i soldi per, eventualmente, sostenere un procedimento giudiziario successivo all’occupazione dell’alloggio fu nominato avvocato d’ufficio della stessa Anfuso.