Gela. Avrebbe truffato un utente buterese che, per ottenere informazioni sulle modalità di pagamento di una cartella esattoriale recapitatagli nella sua abitazione, si era recato negli uffici dell’agenzia delle entrate di Gela.
Così, davanti al giudice del tribunale gelese Manuela Matta è stato chiamato a rispondere il mazzarinese Salvatore Incarbone. L’uomo, già alle dipendenze dell’agenzia, è accusato di aver intascato circa seicento euro, somma versata dalla presunta vittima con la promessa di estinguere il suo debito.
Operazione, però, che non sarebbe mai stata effettuata perchè, in base alle accuse mosse, l’imputato non avrebbe avuto alcuna competenza nello svolgere simili attività. Ieri mattina, davanti al giudice, è stata chiamata a deporre una delle operatrici dell’agenzia gelese di via Butera.
L’impiegata non ha utilizzato mezzi termini. Dopo alcuni minuti di vuoto mentale, legati al tempo trascorso dai fatti contestati ad Incarbone, ha risposto alle domande formulate dal pubblico ministero Francesco Spataro.
“Da quello che mi risulta – ha ammesso l’operatrice chiamata a testimoniare – il signor Incarbone avrebbe intascato i soldi versati dall’utente con la promessa di estinguere una cartella esattoriale. Su quei fatti, e dopo la denuncia presentata dall’utente, fu avviata un’indagine interna al nostro ente”.
Salvatore Incarbone, già lo scorso maggio, venne condannato a due anni di reclusione dagli stessi giudici del tribunale di Gela. Gli venivano contestati una serie d’episodi di truffa. La condanna scattò dopo aver analizzato almeno quattro presunti raggiri messi a segno, con le stesse modalità, nei confronti di altrettanti utenti degli uffici dell’agenzia delle entrate di Gela.
Dopo quei fatti, l’operatore oggi chiamato a rispondere davanti al magistrato Manuela Matta venne trasferito dalla sede di via Butera dell’agenzia delle entrate. Gli inquirenti, inoltre, non hanno mai escluso che, oltre a quelle venute a galla, possano essere state messe a segno altre presunte truffe mai, però, denunciate.