Gela. Il pestaggio, verificatosi in via Tucidide, risale ormai a vent’anni fa. Venne preso di mira Ruggero Biundo. Lo colpirono a sangue e ad agire, secondo le accuse, sarebbero stati affiliati alla stidda. In realtà, però, l’indagine ha poi assunto connotazioni differenti e la contestazione legata alla criminalità organizzata non è stata formulata. Per i tre accusati è arrivata la prescrizione. Il reato di tentato omicidio è stato derubricato in quello di lesioni e il tempo trascorso lo ha estinto. Per quei fatti, a processo davanti al collegio penale del tribunale presieduto dal giudice Miriam D’Amore, c’erano Nicola Palena, Nicolò Lauria e Benedetto Zuppardo, già collaboratore di giustizia. Furono proprio le dichiarazioni di Zuppardo a far emergere questa vicenda. Secondo quanto riferito anche in aula, l’obiettivo della spedizione punitiva doveva essere il fratello di Biundo. Ci sarebbe stato uno scambio di persona. I contorni tratteggiati da Zuppardo sono sempre stati contestati dalle difese, sostenute dagli avvocati Flavio Sinatra e Nicoletta Cauchi. Palena e Lauria hanno negato di aver mai partecipato a quella ritorsione, secondo gli investigatori scaturita dal mancato pagamento di alcuni lavori.
E’ stato però spiegato dai difensori che anche i periodi di riferimento non sarebbero coincisi. Buchi ricostruttivi che sono stati spiegati durante l’istruttoria dibattimentale. La prescrizione però ha chiuso l’intera vicenda processuale.