Gela. “Non siamo criminali. Per avere l’acqua e portare avanti le nostre aziende, paghiamo regolarmente le quote al Consorzio di Bonifica. Non possiamo sempre essere additati, come se non ci importasse nulla della salvaguardia della natura”. Diversi imprenditori agricoli, che operano nella zona di contrada Bulala, hanno chiesto un incontro al sindaco Lucio Greco e all’assessore Cristian Malluzzo. Un passo mosso dopo la decisione dei responsabili della Riserva Biviere, che hanno emesso un nuovo provvedimento, con il quale vietano al Consorzio di attingere acqua dal lago, per poi distribuirla alle aziende del territorio. “Chiediamo solo di essere messi nelle condizioni di lavorare – dice Luigi Termine titolare di una delle aziende – nelle nostre attività abbiamo investito milioni di euro. Io ho venti dipendenti. Dobbiamo chiudere e riconsegnare le partite Iva? L’acqua del Biviere non la rubiamo. Facciamo regolare istanza al Consorzio di Bonifica, ma solo quando la nostra autonomia non ci consente di irrigare ed effettuare operazioni fondamentali. Accade nei periodi in cui le temperature sono molto elevate. Nessuno ne fa abuso. Gli operatori del Consorzio fanno i sopralluoghi e autorizzano il prelievo dell’acqua. Parliamo di quantitativi che sono sempre nei limiti previsti. Purtroppo, il direttore della Riserva continua a fare terrorismo mediatico. Vorrei capire se anche per noi esiste il diritto di lavorare. Ripeto, non siamo criminali”. Emilio Giudice, direttore della Riserva Orientata, dopo il provvedimento dello scorso anno, di recente ha firmato un nuovo divieto che impedisce di attingere acqua dal lago. Dalla Riserva Orientata temono che si possa profilare un “disastro ambientale”, con i livelli dell’acqua a forte rischio, soprattutto durante i mesi più caldi.
“Siamo sempre sottoposti a controlli – aggiunge Termine – l’acqua che usiamo la chiediamo con istanze certificate e pagando con bonifici le quote che ci vengono richieste. I responsabili della Riserva fanno quasi il processo alle intenzioni. Parlano di una possibile evaporazione delle acque nei mesi più caldi. Ma noi, invece, come dovremmo fare a lavorare? Ripeto nessuno chiede di attingere quotidianamente dal Biviere. Si tratta di situazioni che si verificano solo nei mesi più caldi e quando le nostre disponibilità non ci consentono di portare a conclusione i lavori. Chiediamo solo di rispettare il diritto al lavoro e di non far fallire i nostri investimenti”. La riunione a Palazzo di Città richiesta dagli imprenditori agricoli potrebbe tenersi in settimana e la politica sarà chiamata ad intervenire in una vicenda che per anni ha quasi del tutto ignorato.