Gela. E’ slittata l’inaugurazione della Radioterapia a data da destinarsi tra le lamentele del comitato per lo sviluppo per l’area gelese, coordinato da Filippo Franzone, e gli elogi di Maurizio Cirignotta, presidente del movimento Polo oncologico.
Il commissario dell’Azienda sanitaria provinciale, Vittorio Virgilio, sorvola sulle cause che non hanno permesso di rispettare nemmeno una delle date finora stabilite. In attesa della consegna della struttura di piazza Trento da parte della ditta Ignazio Alì all’Asp, si preferisce parlate di “attività puramente clinica con la definizione dei percorsi assistenziali”, assicurando l’avvio del trattamento del primo paziente che con ogni probabilità sarà dirottato presso la Radioterapia di San Cataldo passando per l’Hospice di via Palazzi ridotto al lumicino sulla presenza di personale.
Creerebbe confusione l’adesione di Virgilio e del sindaco Fasulo al probabile sit-in di protesta che il comitato retto da Franzone ha annunciato a fine settembre, se non dovesse essere inaugurata la struttura che porta il nome di “Crocifisso Moscato”.
A fugare ogni dubbio ci pensa il direttore dell’unità operativa oncologica Gela-San Cataldo, Giovanni Cartia, l’unico capace di spingersi oltre e precisare che “il ritardo è dovuto alla mancata consegna da parte della ditta” mentre “il collaudo e la consegna della Radioterapia saranno definiti celermente”.
Lo stesso, a gennaio, aveva dettato i tempi parlando di sessanta giorni per il collaudo dei due bunker che, nel caso della struttura che lui stesso dirige a San Cataldo, erano diventati novanta. Nel frattempo il commissario Virgilio ha dato mandato a Cartia, Gianpaolo Alario responsabile dell’Hospice e a Rosario Greco, direttore di Radiologia, “di assicurare da subito la fase preparatoria per l’avvio dell’attività”. La struttura intanto è ancora un cantiere nelle mani della ditta Alì.
