Incendio “Hi-tech café” per incassare premio assicurativo, condanne definitive

 
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Gela. A nove anni da quei fatti, le condanne sono diventate definitive. Sono state pubblicate le motivazioni che hanno spinto i giudici della Corte di Cassazione a respingere i ricorsi presentati dai legali del quarantaquattrenne Rocco Ascia e del ventinovenne Alessandro Di Fede. Le condanne a quattro anni di reclusione ciascuno sono state confermate. Sono ritenuti responsabili dell’incendio dell’ex “Hi-tech café”, che venne dato alle fiamme nel maggio del 2011. Da quanto emerso anche negli altri gradi di giudizio, fu Ascia a dare ordine di appiccare le fiamme e Di Fede eseguì quanto richiestogli, dietro pagamento. Ascia, che allora gestiva il locale, avrebbe mirato ad incassare il premio assicurativo. Il rogo devastò l’attività commerciale e interessò il resto dello stabile. I proprietari dell’immobile si sono costituiti parti civili, con l’avvocato Olaf Orlando. L’udienza tenutasi in Cassazione risale allo scorso gennaio, ma adesso sono state rese note le motivazioni. Secondo i giudici romani, sulla scorta di quanto deciso nei precedenti gradi di giudizio, la ricostruzione delle difese non poteva essere accolta. I carabinieri e i pm della procura risalirono all’ex gestore e a Di Fede, sia attraverso intercettazioni che per il tramite delle indicazioni giunte da una fonte riservata. Entrambi gli imputati hanno sempre escluso il loro coinvolgimento. Secondo gli inquirenti, però, il rogo venne commissionato per incassare il premio assicurativo, davanti ad una situazione economica del locale che pare non fosse florida.

Tutti aspetti sempre messi in dubbio dalle difese, anche rispetto all’effettiva entità del rogo. Secondo la loro versione, l’azione di fuoco venne messa in atto solo per danneggiare i gestori dell’attività economica. Nei ricorsi depositati in Cassazione è stato toccato l’aspetto della fonte confidenziale, usata per chiudere il cerchio intorno ai due imputati. I giudici romani hanno però confermato le decisioni di primo e secondo grado.

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