Finisce a Balate ma la condanna non è definitiva: rilasciato dopo poche ore

 
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Gela. Arrestato e trasportato nel carcere di contrada Balate per scontare la pena definitiva dopo la condanna sia in primo grado che in quello d’appello.

Peccato, però, che il suo legale avesse già presentato ricorso in cassazione e, quindi, la condanna fosse tutt’altro che definitiva. Insomma, il magrebino al centro dell’intera vicenda, da anni residente in città, non doveva essere arrestato né trasferito in carcere. Sul suo caso, infatti, devono ancora pronunciarsi i giudici di cassazione e, comunque, nei due precedenti gradi di giudizio il fatto venne dichiarato di lieve entità.
Quindi, il magrebino, nella stessa giornata, ha potuto lasciare la casa circondariale di contrada Balate. E’ stato il suo legale di fiducia, l’avvocato Rocco Guarnaccia, a capire che qualcosa non andava per il verso giusto. Avvertito dal cliente, ha subito cercato di bloccare l’intero iter. Alla fine, è stato emesso un provvedimento provvisorio di sospensione dell’ordine di esecuzione pena e, nelle prossime ore, verrà depositata la richiesta di revoca dello stesso provvedimento.
Il magistrato che si occupò del procedimento a carico dell’uomo ha assicurato la collaborazione necessaria per risolvere un caso veramente spinoso.
Un corto circuito burocratico che rischiava di costare caro al magrebino che venne condannato in primo grado ad un anno e dieci mesi di reclusione per una serie di presunti episodi di violenza in famiglia. La decisione venne confermata anche dalla corte d’appello di Caltanissetta. 

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