Si fanno foto in bagno a scuola con il telefonino, scoperte dal preside

 
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Gela. Galeotto fu il messaggino, che sgridata che è piovuta sul capo di due ragazzine di undici e dodici anni. Che mai avrebbero immaginato di essere sgamate nientemeno che dalla loro preside. Del resto cosa stavano facendo di male le due studentessine?

Così, in una classe di un istituto qualsiasi, in una grigia giornata di inizio ottobre, due ragazzine un po’ annoiate alzano la manina e chiedono di andare in bagno. Permesso accordato. In quei pochi minuti chiuse nella toilette della scuola di fare il bisognino neppure a parlarne. Mica scappava, era solo una piccola digressione da una mezza giornata già trascorsa dietro ai banchi. Una di loro tira fuori il cellulare. “E se facessimo una foto?” L’idea piace, l’altra è già in posa in un sorriso furbetto. Nulla di ammiccante, né tantomeno malizioso. L’altra le cinge il collo e parte lo scatto. Ma quella foto è venuta troppo bene per finire nella voce “archivio” dello smartphone. Così le due tipe scelgono di fare la cosa più naturale di quest’epoca di bit e 3G: “condividono”. Lanciano InstaGram, ultima diavoleria che in un batter d’occhio prende un’immagine e la fionda sui telefonini di amici e “seguaci”. La foto finisce anche su Facebook, “postata” da un’amica delle due amiche. E lì che la frittata si compie.

Perché nel giro delle “amiche” c’è pure la dirigente scolastica. E’ impegnata al computer la preside-carabiniera, quando l’occhio le cade su quella foto: aguzza lo sguardo, realizza che quelle sorridenti sono le sue scolare e il bagno è quello del suo istituto. Uno più uno e la preside è già in azione. Informa una collaboratrice che subito parte a passo di marcia verso la classe delle due tipe. Che rimprovero che parte… un quarto d’ora pieno a spiegare alle ragazzine e ai loro compagni che la scuola non è un lunapark,  ma roba seria. Che ci sono regole e vanno rispettate, anche nell’epoca di “San Twitter”. E domani “accompagnate dai genitori”. “Severità mai fu più opportuna, anche se l’infrazione non era certo da cartellino rosso – dice Chiara, pedagogista e insegnante di Lettere di lungo corso – Bene ha fatto la è preside. E’ solo dando regole che aiutiamo la pianta a crescere forte. Le due ragazzine a loro modo hanno compiuto un gesto figlio di questi tempi: postare una foto. Ma non potevano durante l’ora di lezione. Inoltre i telefonini andrebbero proibiti. Senza regole la scuola muore”.

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