La replica dell’avvocato Paola Greco sulla vicenda degli incarichi legali denunciata dal gruppo di centrodestra.
Gela. Ho appreso, nei giorni scorsi, con non poca sorpresa, di notizie diffuse a mezzo stampa in forza delle quali sarei stata coinvolta, mio malgrado, in una vicenda nata da un attacco politico mosso da alcuni consiglieri comunali nei riguardi dell’amministrazione comunale del comune di Gela e poi sfociati in notizie divulgate online, via radio e social media, che hanno poi generato, cosi come spesso avviene in questi casi, una inqualificabile canea mediatica anche sui social network. Pur rispettando il lavoro di qualsiasi giornalista così come l’attività di chiunque faccia politica, non posso non evidenziare che le notizie diffuse all’interno degli articoli meglio sotto riportati contengono circostanze storicamente false e che sono anche lesive del mio onore e della mia reputazione, che ritengo di essermi guadagnata da giovane avvocato sul campo e solo con il lavoro e mai con favori o regalie di nessun genere provenienti da chicchessia. Chi mi conosce sa che sono particolarmente restia a dare seguito a sterili polemiche, ma questa volta mi vedo costretta a farlo al solo fine di respingere ai mittenti le infamanti accuse che mi sono state mosse, pur non sfiorando il merito della querelle politica che in questo momento sta animando le diverse parti in causa, e fornire gli opportuni chiarimenti agli organi di stampa interessati che, invero, avrebbero già dovuto, esattamente come la legge gli imponeva di fare, interpellarmi per darmi la possibilità di controdedurre e replicare, in quanto parte interessata, alle accuse diffamatorie con le quali si è provato ad adombrare la mia sfera etica e la mia immagine professionale. Ma andiamo ai fatti che poi sono quelli che contano. Mi onoro di rappresentare l’Ente Comune dal 2017, già prima dell’insediamento della giunta Greco avvenuto a maggio 2019, ricevendo incarichi di assistenza e patrocinio in giudizio secondo i regolamenti comunali vigenti ratione temporis. La mia difesa è sempre stata fedele, diligente, libera, autonoma, indipendente ed incondizionata, esattamente come impone la legge ed il codice deontologico forense. Nel solo periodo che va dal gennaio 2018 ad aprile 2019 (15 mesi) e dunque prima dell’insediamento del sindaco Avv. Lucio Greco, avvenuto il 15.05.2019, mi sono stati assegnati secondo gli anzidetti criteri regolamentari n. 9 incarichi di assistenza in giudizio del Comune di Gela. Negli ultimi 12 mesi, invece, da quando l’ente è rappresentato dal sindaco Lucio Greco, che è anche mio zio (fratello di mio padre), mi sono stati assegnati, sempre in forza degli anzidetti criteri regolamentari, n. 6 incarichi professionali. Di questi 6 incarichi, due costituiscono mere prosecuzioni di vecchi incarichi conferiti dalle precedenti amministrazioni comunali, trattandosi di riassunzioni di cause non iscritte a ruolo o di riproposizioni di controversie nelle quali era stato dichiarato il difetto di Giurisdizione dell’AGO a favore del TAR. In sostanza solo 4 nuovi incarichi professionali in 12 mesi di amministrazione Greco, al cospetto di 9 incarichi assegnatimi con le precedenti amministrazioni in 15 mesi. In proporzione, visto che si parla di numeri, ho ricevuto meno incarichi con la giunta Greco che con altri sindaci. Altro che favori! Le notizie di stampa diffuse in questi giorni riferiscono invece di un sistema di rotazione che si sarebbe addirittura inceppato proprio sul mio nome, come se io fossi una privilegiata, favorita dallo zio sindaco. Ebbene, non io ma i documenti ufficiali che si allegano al presente comunicato, trattandosi di documenti accessibili pubblicamente sul sito istituzionale dell’ente, smentiscono recisamente tali falsità. Ed invero, ai dieci colleghi avvocati iscritti nell’elenco dei difensori dell’Ente Comune, appartenenti alla medesima categoria e fascia di contenzioso, sono stati assegnati un numero di incarichi pari o superiori a quelli a me affidati, con la stessa periodicità e per un valore totale mai inferiore agli incarichi a me affidati.
Aggiungo, che da una rapida verifica che ogni cittadino può effettuare dando una rapida scorsa al documento ufficiale allegato, la sottoscritta è l’avvocato, tra i professionisti fiduciari appartenenti alla medesima fascia di contenzioso, che nell’ultimo anno (sindacatura Greco) ha ricevuto meno incarichi di tutti gli altri colleghi iscritti nel medesimo elenco. Ed invero vi sono colleghi che nello stesso arco temporale (maggio 2019-maggio 2020) hanno ricevuto anche 9 incarichi, ovviamente anche loro legittimamente ed in forza dei criteri stabiliti dal regolamento comunale, al cospetto dei 6 incarichi (anzi 4) da me ricevuti. Mi chiedo pertanto, alla luce di tutte le spiegazioni sin qui date, se davvero qualcuno possa ritenere giusto che un avvocato, quale io sono, iscritto in un elenco di difensori di fiducia di un Ente Comunale dotato di un regolamento che prevede per il conferimento degli incarichi un sistema assolutamente oggettivo di turnazione e scorrimento – che nulla lascia alla discrezionalità degli uffici comunali – debba essere pregiudicato nello svolgimento della propria attività professionale dalla circostanza che, la temporanea reggenza del comune sia affidata ad un congiunto. Un’ultima considerazione merita la vicenda relativa all’incarico (facente parte dei 4 nuovi incarichi assegnati dalla Giunta Greco) che avrebbe suscitato tanto clamore mediatico e che avrebbe per oggetto un contenzioso promosso da un cittadino gelese assistito dall’avv.Mario Greco, mio cugino e figlio dell’attuale sindaco di Gela Lucio Greco (mio zio). Segnatamente mi si accusa di avere accettato il suddetto incarico al solo scopo di patrocinare il Comune infedelmente ed a favore della mia controparte (questo il messaggio infamante). Occorre al riguardo evidenziare, per chi non è addetto ai lavori, che allorquando viene affidato ad un avvocato un incarico professionale, l’unica verifica che il nostro codice deontologico (art. 24 codice deontologico forense) impone di fare è quella di verificare se vi sia una qualche ragione di incompatibilità o di conflitto di interessi con la controparte. Esiste inoltre un dovere di astensione nei soli casi in cui “le parti aventi interessi confliggenti si rivolgano ad avvocati che siano partecipi di una stessa società di avvocati o associazione professionale o che esercitino negli stessi locali e collaborino professionalmente in maniera non occasionale”. Orbene, allorquando mi è stato assegnato l’incarico in commento (stiamo parlando di un contenzioso di modestissimo valore che si celebrerà innanzi al Giudice di Pace di Gela), non avendo ravvisato, così come tuttora non ravviso, ragioni formali e sostanziali di incompatibilità o di conflitto di interessi e ritenendo in tutta coscienza che la mera parentela con l’avvocato di controparte, per quanto stretta, non avrebbe e non potrà in alcun modo condizionare la mia attività difensiva, ho ritenuto di accettare l’incarico conferitomi. Ribadisco, quindi, fermamente, la legittimità del mio operato e l’assoluta inesistenza financo di ragioni di opportunità in forza delle quali avrei potuto declinarlo. Preciso che la mia attività lavorativa è assolutamente autonoma da quella dello studio professionale del legale di controparte. Io ho il mio studio professionale sito in Gela nella via Europa, e l’avv. Mario Greco ha il suo, sito in Gela nel corso Vittorio Emanuele. Non collaboriamo in alcuna causa, non condividiamo lo studio professionale, e personalmente non ho mai conosciuto né avuto rapporti di alcun tipo con la sua assistita, controparte del Comune di Gela che ovviamente sconosco. Spiace che tutte queste mie precisazioni non mi siano state richieste per tempo o che non siano state verificate sul sito istituzionale del Comune, dal quale qualsiasi cittadino e quindi anche chi si occupa di informazione avrebbe potuto attingere ed inferire ogni circostanza utile al fine di ricostruire, secondo i canoni della verità storica, fatti e circostanze utili, evitando di parlare di favori o addirittura di affari di famiglia. Spero che questa comunicato, in uno all’allegato, serva a fornire i dovuti chiarimenti ed a riportare la discussione nell’alveo della verità, della trasparenza e forse anche della serenità valutativa e descrittiva che deve connotare ed informare l’attività di ogni giornalista. Di certo non consentirò più a nessuno di ledere la mia immagine di libera professionista ed avvocato del libero foro. Non rinnego i miei rapporti affettivi con l’attuale sindaco di Gela, ma rivendico con forza la mia libertà, la mia autonomia e la mia indipendenza in forza dei quali continuerò, esattamente come facevo prima che si insediasse il sindaco Greco, ad esercitare il mio ministero difensivo sempre all’insegna dei canoni previsti dalla legge e dal mio codice deontologico. Un’ultima considerazione finale non riesco a non farla. Visto che si è parlato di affari è giusto evidenziare che gli incarichi professionali, affidati peraltro in forza di un regolamento che prevede che l’indicazione del nominativo dell’avvocato sia fatta dal dirigente in forza di principi di rotazione tra professionisti iscritti alla medesima fascia, hanno tutti un valore modestissimo, con compensi parimenti modesti. Anche questi dati ben avrebbero potuto essere verificati previamente da chi fornisce notizie, piuttosto che alludere a non meglio precisati affari di famiglia. Fatte le superiori e dovute puntualizzazioni, con il presente comunicato, impregiudicato il mio diritto a tutelare la mia immagine per quanto già avvenuto e perpetrato in questi giorni, informo che da questo momento in poi qualunque ulteriore infamante accusa che riguardi ancora una volta la mia persona, in questa tristissima ed inqualificabile (per come è stata posta) vicenda, sarà oggetto di censura innanzi agli organi giurisdizionali all’uopo preposti, affinché perseguano chiunque riterrà di continuare a diffamare la mia persona ed il mio ruolo di professionista.