Gela. Incarichi alla nipote regolari e anche la procedura avviata dal figlio contro il Comune non violerebbe alcuna prescrizione. Il sindaco Lucio Greco ha risposto, in aula consiliare, alle dure accuse arrivate dal centrodestra. I consiglieri di opposizione hanno chiesto un parere al segretario generale sulla legittimità di alcuni incarichi (fanno riferimento a sei procedure) che Palazzo di Città ha affidato all’avvocato Paola Greco, nipote del primo cittadino. In una di queste, la controparte risulta essere una cittadina, rappresentata dall’avvocato Mario Greco, figlio del sindaco. “Mi spiace che il centrodestra abbia messo nel tritacarne dei giovani professionisti, infangando la mia famiglia”, ha spiegato riferendosi alla nipote e al figlio. L’avvocato Paola Greco, ha detto il sindaco, risulta regolarmente iscritta nell’albo comunale, già dal 2017. “Trovo singolare, invece – ha proseguito – che il dirigente non si sia accorto che in una delle cause la controparte fosse il cugino”. Ha fatto capire quindi che ci sarebbero errori di superficialità non della sua giunta ma della burocrazia. “Non possiamo penalizzare giovani professionisti”, ha ribadito. Il segretario generale Giovanna Divono avrebbe escluso irregolarità. L’avvocato è ritornato su quanto già dichiarato dopo il caso sollevato dal centrodestra. “Sono accuse arrivate per distrarre l’attenzione da indagini in corso”, riferendosi a quella che ha toccato i rapporti tra Ipab “Aldisio” e la società privata “La Fenice”, della quale fanno parte consiglieri che hanno firmato la richiesta di verifica degli incarichi.
Una sorta di presunta vendetta politica, almeno secondo il sindaco, che ha spiegato di aver chiesto la convocazione di una seduta straordinaria di consiglio, così da riferire in aula. Una scelta che probabilmente arriva per dare una risposta agli alleati. Tra presunti conflitti di interesse, chiari inciampi di opportunità e indagini giudiziarie che toccano la politica locale, il clima è sempre più avvelenato.
