Gela. Slitta ad ottobre anche il probabile esame di almeno tre imputati, accusati di aver lasciato il segno in diverse rapine, negli scorsi anni messe a segno in città. I colpi riguardarono due tabaccherie, una stazione di servizio a Caposoprano e il supermercato “Fortè” di Albani Roccella. Le restrizioni anti-Covid non hanno reso possibile l’attività, che si svolge davanti al gup del tribunale, dato che le difese di Saverio Di Stefano, Giovanni Alario e del collaboratore di giustizia Roberto Di Stefano hanno optato per il giudizio abbreviato.
Avrebbero agito armi in pugno. In base alle accuse, Saverio Di Stefano prese parte a tutte le azioni, mentre Alario lo avrebbe spalleggiato solo in due colpi. I loro difensori, i legali Francesco Enia e Cristina Alfieri, hanno ottenuto la possibilità di sentirli reciprocamente, come coimputati. Le accuse vengono mosse inoltre al collaboratore di giustizia Roberto Di Stefano (difeso dall’avvocato Vania Giamporcaro), ritenuto responsabile del cavallo di ritorno imposto al proprietario di uno scooter, che venne rubato. I titolari di due attività rapinate sono parti civili, con l’avvocato Carmelo Tuccio.