Modica. “Gli abbiamo ridato la vita”, usa quest’espressione il dottor Antonio Davì mentre accompagna fuori dall’ospedale “Maggiore” di Modica il trentaduenne gelese che nelle scorse settimane è stato ricoverato nella struttura perché positivo al Covid-19. Per giorni, è stato tra la vita e la morte, ora dopo aver lasciato la terapia intensiva viene trasferito all’ospedale “Busacca” di Scicli per la riabilitazione. “Una rinascita che è frutto di un lavoro certosino di abnegazione, umanità e tanta professionalità. Un’esperienza unica nella quale operatori sanitari e pazienti sono, paradossalmente, accomunati dallo stesso destino e dallo stesso virus – continua Davì intervistato da Ztl.live – sono in gioco reciprocamente le nostre vite. Non sappiamo quale sarà il nostro destino ma andiamo avanti lo stesso perché siamo l’unica speranza dei nostri pazienti che ci affidano la loro vita in modo incondizionato”.
Medici e operatori sanitari che lo hanno seguito per settimane l’hanno voluto accompagnare fino all’ambulanza che lo ha poi trasferito a Scicli, come mostra la foto che pubblichiamo. Il giovane, accompagnato dalla madre, era prima passato dal pronto soccorso del “Vittorio Emanuele”, ma i medici lo avevano indirizzato a Vittoria e nell’arco di poche ore le sue condizioni sono diventate critiche. Così, è finito in terapia intensiva al “Maggiore”.