Gela. Le estenuanti attese per ottenere l’esito dei tamponi mettono addirittura a rischio il futuro lavorativo di tanti cittadini, ancora costretti nelle loro abitazioni e senza alcun risultato. Trascorrono settimane prima di avere il risultato del test e c’è ancora chi deve effettuarlo. Solo ieri, ennesima coda per sottoporsi al tampone. Un dipendente di Eni, che a giorni dovrà raggiungere Roma per poi organizzare la trasferta lavorativa in Iraq, solo ieri è riuscito ad effettuare il tampone. “Il test era fissato per le ore 15 ma gli addetti hanno iniziato solo alle 16:30 – spiega – ma chi controlla l’operato dei sanitari? Come si fa a mettere a rischio il lavoro delle persone?”. Il dipendente della multinazionale ha scritto al vicesindaco Terenziano Di Stefano, chiedendo chiarimenti. Gli sono giunte missive ufficiali dal gruppo, con le quali si indica la conferma della partenza per raggiungere la sua destinazione in Medio Oriente, dove opera come tecnico. Invece, si trova ancora ad attendere un riscontro da Asp, con tante incertezze. Rischia di non poter dare seguito alle disposizioni di Eni. Anche un altro tecnico che opera all’estero si trova nella stessa situazione, con la concreta possibilità che la sua azienda possa rivolgersi ad un operatore del nord Italia, già i regola con i controlli. Davanti a decine di casi come questi, Asp ritiene di aver rispettato tutti i protocolli e di non aver alcuna responsabilità rispetto ai ritardi. Nelle ultime ore, il sindaco Lucio Greco ha scritto di nuovo ai manager nisseni e al presidente della Regione Nello Musumeci, lamentando troppi disservizi. E’ la quarta missiva nell’arco di appena venti giorni.
“Il dottor Alessandro Caltagirone dice che non trova alcun riscontro dall’esame dei documenti in suo possesso – spiega il sindaco – a quanto già scritto in passato aggiungo che ogni giorno riceviamo telefonate e segnalazioni di cittadini che hanno concluso la quarantena e attendono ancora di sottoporsi al tampone. Rischiano di perdere il posto di lavoro perché molte aziende del nord hanno iniziato a richiamarli. Il direttore dell’Asp afferma che ad oggi si provvede tempestivamente entro ventiquattro ore dal prelievo all’invio dei campioni all’istituto zooprofilattico di Palermo, che a sua volta riesce a garantire elevati standard di tempestività. All’ottenimento del referto, il dipartimento di prevenzione comunica l’esito agli interessati entro quarantotto ore. Peccato che nella realtà questo non accade perché fino a ieri un cittadino mi dice di aver svolto il tampone l’11 aprile. Non ha ancora ricevuto il referto ed è stato richiamato al lavoro. Sono alcuni esempi e potrei farne altri. La mia non è polemica ma una constatazione”. Un’emergenza che si aggiunge ad altre emergenze, con le autorità poco pronte per affrontarle.
Se la responsabilita non e di asp e ne del comune
Allora sicuramente e di chi si deve sottoporre al tampone
sindaco come fa a farsi prendere ancora per il c…da questo fantoccio di direttore dell ASP ,svegliati vai a caltanissetta e fatti dare i tamponi da fare alle persone e se non trovi risposta vai a Palermo e imponi al presidente che prima di fare un decreto del genere (ottimo per la verita’) prima deve avere la massima disponibilita’ e piu’ di tamponi per tutti i siciliani e non e poi fare il decreto.Non possiamo essere sempre penelizzati SVEGLIATI e alzati dalla tua calda sedia e vai a vedere tutti i giorni quanti tamponi fanno c e’ gente che aspetta da 30 gg la chiamata vergognatevi come fate a dormire senza un briciolo di dignita’
Dovrebbe essere l’ ASP in automatico alla scadenza dei 14 giorni a convocare per il tampone, lavorare lontano per mesi e ritornare a casa senza poter uscire per i ritardi della Regione è inammissibile, anzi dovrebbero esserci delle strutture ricettive dove trascorrere la quarantena e non tornare in casa con le famiglie.