Gela. Il grido di allarme alzatosi in passato, con gli anni è diventato quasi disperazione per tanti agricoltori locali, che senza infrastrutture e con l’acqua centellinata non riescono ad andare avanti. La politica non si è mai dimostrata pronta ad interventi massicci per il settore, dando priorità ad un’industria che oggi ha notevolmente ridimensionato gli orizzonti. Da Palazzo di Città, nonostante i tanti progetti rimasti sulla carta, supporti veri e propri non ne sono arrivati. La competenza in materia, adesso, è stata affidata al neo assessore Cristian Malluzzo, che anche a causa delle restrizioni per arginare il rischio Covid non è ancora riuscito ad avere incontri diretti con gli agricoltori del territorio. L’assessore ha però avviato un’interlocuzione con la commissione sviluppo economico e le proposte sono quelle sintetizzate nel documento che i consiglieri, attraverso il presidente Rosario Faraci, hanno esposto durante la seduta monotematica di consiglio comunale sulla fase 2. “Sicuramente, c’è una forte convergenza – spiega Malluzzo – con la fase 2, sarà fondamentale non lasciare indietro il settore agricolo, che già soffre di non poche carenze. Stiamo verificando l’organizzazione di mercati a chilometro zero, da collocare in alcune aree della città. I produttori locali potranno vendere al pubblico, senza altri passaggi. Sappiamo che una delle carenze strutturali è quella idrica. Le dighe non riescono a sostenere il comparto locale, ma il problema tocca praticamente tutto il comprensorio. La commissione ha studiato la possibilità di destinare alle campagne, ma non solo, le acque degli impianti biologici, che qualitativamente possono essere usate in agricoltura per le coltivazioni”. Il presidente Faraci e gli altri componenti della commissione Luigi Di Dio, Virginia Farruggia, Pierpaolo Grisanti ed Emanuele Alabiso, hanno avanzato le loro richieste in un documento e ritengono che Eni possa contribuire attraverso la realizzazione di una condotta che colleghi gli impianti biologici dello stabilimento alla rete di distribuzione.
“Sono misure che vanno collocate in una fase di ripresa economica – conclude Malluzzo – onestamente, pensavamo che la fase 2 fosse meno restrittiva. Per questa ragione, abbiamo subito lavorato sulla proposta dei mercati a chilometro zero, magari attraverso le principali confederazioni del settore. Probabilmente, bisognerà attendere prima di arrivare a questa soluzione. Sarà necessario, inoltre, avere un quadro completo della situazione attuale delle dighe del territorio, anche per capire quali siano le cause dei ritardi nei lavori. Non possiamo permettere che l’acqua continui a finire in mare, solo perché i bacini artificiali sono a rischio tenuta. I lavori vanno fatti”.