Gela. Il dolore è ricomparso dopo quattro anni per la famiglia di Salvatore Smecca, uno dei sei operai morti nell’incidente sul lavoro che si verificò presso il depuratore di Mineo.
Tre giorni fa il tribunale di Caltagirone ha emesso la sentenza con cinque condanne e due assoluzioni per un totale di 17 anni e 6 mesi di carcere. Condannati, tra gli altri, l’ex assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Mirata, il responsabile Ufficio tecnico Marcello Zampino, l’addetto al depuratore Antonino Catalano, il titolare dell’omonima azienda di espurgo di Ragusa, Salvatore Carfì e il capo cantiere Salvatore La Cognata. Carfì e quest’ultimo sono stati assolti dall’accusa più grave, cioè avere sversato nel depuratore rifiuti tossici. Il Tribunale ha disposto il risarcimento delle parti civili da stabilire in altra sede, con una provvisionale compresa tra i cinque e i 45 mila euro per i familiari delle vittime e un rimborso per spese legali per il Comune di Mineo e l’Inail. La famiglia Smecca però farà appello in corte d’Appello. Non è stata infatti provata la responsabilità del deposito di materiale altamente nocivo.