Gela. Un ritorno all’edilizia selvaggia degli anni ’80, che ha deturpato anche la zona di Manfria. Il consigliere comunale grillino Virginia Farruggia teme che l’amministrazione comunale possa spingere per nuovo cemento nella frazione balneare e in quelle limitrofe. L’assessore Giuseppe Licata, su questa testata, ha spiegato che sta lavorando insieme alla commissione consiliare urbanistica per rivedere la destinazione di molte zone di Manfria, così da permettere interventi di edilizia e adeguamento, anche in un’ottica occupazionale. Ai timori di nuove cementificazioni risponde schierandosi contro il no ad ogni costo. “Dire sempre no e non fare le cose – spiega – è molto semplice. Impegnarsi per affrontare e risolvere i problemi richiede grande sforzo e capacità di sapersi confrontare con gli altri”. Per Licata, Farruggia solleverebbe questioni da “partito del no”, sempre contrario ad interventi sul territorio. L’assessore all’urbanistica esclude di pensare ad una nuova cementificazione di Manfria. “Molto rumore per nulla – aggiunge – chi ha mai parlato di cementificazione? Manfria va riqualificata e rigenerata. Il contesto paesaggistico della zona impone nuovi processi di rigenerazione urbana. Purtroppo, ad oggi Manfria individuata nel prg come Zto5 risulta gravata da innumerevoli vincoli e prescrizioni che non si sposano con un vero processo di rigenerazione urbana. Sottolineo che oggi ha bisogno di strade, fogne e servizi indispensabili per i residenti e per riqualificare l’area. Per evitare inutili strumentalizzazioni, dico al consigliere Farruggia di stare serena. Edificare non vuol dire cementificare. Nessuno, ribadisco nessuno, vuole cementificare”. Un concetto che aveva sostenuto anche il presidente della commissione urbanistica Giuseppe Morselli, che insieme agli altri componenti (Vincenzo Cascino, Gabriele Pellegrino, Diego Iaglietti e Alessandra Ascia), ha messo nero su bianco una serie di proposte, anche per recuperare diverse aree a Manfria, rivedendone la destinazione.
“Vivere questa parte di città, priva di qualsiasi servizio essenziale sia pubblico che privato, rappresenta un vero e proprio isolamento urbano. E’ necessario effettuare una rilevazione del tessuto urbano esistente, individuando quelle che sono state le buone pratiche esistenti, gli interventi virtuosi e compatibili con il paesaggio naturale. Ancora c’è la necessità di individuare buone prassi costruttive e tecnologiche, stilare un abaco di interventi migliorativi da prescrivere ai proprietari che intendono effettuare ristrutturazioni edilizie e di recupero dell’esistente, oltre quelle già esistenti. C’è la volontà di pensare a spazi pubblici a basso impatto ambientale strettamente legati agli accessi al mare esistenti. Nuovi percorsi pedonali e ciclabili lungo le strade di collegamento della zona. Soprattutto è fondamentale attuare strumenti urbanistici adeguati come un Piano particolareggiato di Manfria, in modo da dotarla di uno strumento di pianificazione territoriale che inneschi processi di rigenerazione urbana donando un’identità urbanistica e architettonica a questo pezzo di città”. Licata apre alla concertazione, ritenendo che pensare ad interventi di questo tipo non significa incentivare la cementificazione. “La concertazione tra amministrazione, ordini professionali, enti e privati cittadini è essenziale per evitare di disperdere energie inutilmente. Proviamo a pensare ad una piattaforma di idee che si alimenti di proposte e attività per il rilancio di questa zona balneare – conclude – che sia a servizio della cittadinanza e di un laboratorio tecnico permanente, appositamente istituito dall’amministrazione comunale, che traduca i desideri e le proposte in azioni pubbliche”.
occorre urbanizzare Manfria, Roccazzelle, Piano Marina e tutte le zone balneari Bisogna fare strade, fogne e parchi. un’acqua park, una chiesa e anche una scuola materna ed elementare.
il lungomaremanfria per passeggiare la sera e attività di ristorazioni . complimenti al sindaco e all’assessore.