Gela. Lo aveva già anticipato ad inizio aprile. Il gruppo del Movimento cinque stelle sta lavorando a Roma per riattivare l’investimento da 80 milioni di euro sul termodinamico a Roccazzelle, con le autorizzazioni in passato cocesse alla società Reflex Solar Power. Il senatore grillino Pietro Lorefice va oltre e ritiene che con la disponibilità di Eni, nell’area locale si possa arrivare a costituire il primo hub di economia circolare. “Da due anni lavoriamo costantemente ed incessantemente per progettare e porre le basi alla realizzazione concreta della nostra visione di sviluppo del territorio, in grado di garantire benessere duraturo in un ambiente sano, in un territorio dove le bellezze naturali, gli ecosistemi ed il patrimonio storico-archeologico possano diventare vetrina attraente. Prima di tutto abbiamo creato le condizioni per accelerare le bonifiche delle aree inquinate, ora stiamo lavorando affinché il piano di risanamento venga revisionato ed aggiornato ed il perimetro del Sin venga esteso alle aree contaminate non contenute in quello attuale. Abbiamo posto le basi per una riconversione green dell’insediamento Eni. Nel protocollo Costa-Descalzi, Eni si è impegnata a creare in città il primo hub mondiale di economia circolare – dice – numerose nuove iniziative industriali sono alle porte e sono caratterizzate tutte dall’attributo green e dall’innovazione tecnologica. Tecnologie che portano nomi come decarbonizzazione, inertial sea wave energy converter ovvero energia dal moto ondoso, waste-to-fuel e green refinery di terza generazione, dove il carburante è generato da scarti e non da colture di palme provenienti da deforestazioni”. I grillini sembrano ormai avere un approccio diverso rispetto al rapporto con l’industria e il recente protocollo firmato da Eni e dal ministero dell’ambiente, a guida pentastellata, è una prova più che concreta. Allo stesso tempo, il senatore invita ad andare oltre la sola monocommittenza di Eni, diversificando i settori di investimento. Anche la multinazionale potrebbe optare per strade alternative. “Il nostro futuro oltre ad essere tecnologico e pulito, dovrà essere anche vario. Lo confermiamo, basta con le monocommittenze. Stiamo lavorando per attrarre ingenti investimenti stranieri e nazionali su nuove tecnologie come il solare a concentrazione o più comunemente conosciuto come solare termodinamico, in grado di fornire calore ed elettricità anche in assenza di sole, di notte. Sono tecnologie ad elevata intensità occupazionale. Tecnologie che possono, e devono, integrarsi con il settore agricolo affinché possa anch’esso innovarsi, per un’agricoltura di alta qualità, anch’essa in armonia con gli ecosistemi naturali – continua – non solo impianti di produzione di energia rinnovabile dal sole, ma anche fabbriche che realizzino nello stesso territorio gelese la componentistica di materiali avanzati e quindi gli impianti, qui oggi, e sull’altra sponda del Mediterraneo, domani. Sono in gioco migliaia di nuovi posti di lavoro. Si, siamo ambiziosi. Il settore petrolifero sta vivendo una crisi senza precedenti, anche a causa dell’emergenza sanitaria determinata dal coronavirus e amplificata dall’inquinamento atmosferico, dalle polveri sottili generate dalle combustioni industriali e dei veicoli. Ma era un destino già segnato da tempo, e noi lo abbiamo sempre detto. Chiediamo ad Eni di rivedere il core business corporate, non solo a Gela, verso le fonti rinnovabili, decisione in parte già annunciata dall’amministratore delegato Claudio Descalzi, di recente conferma, sfruttando il know-how che già possiede”.
Per Lorefice, l’azienda del cane a sei zampe, da decenni presente in città, potrebbe guardare ad altre tecnologie, investendo sul territorio. “Riteniamo che Eni possa investire in città e nel mondo anche su tecnologie pulite come l’eolico con tecnologia floating off-shore long-distance, l’eolico off-shore galleggiante a lunga distanza. Una tecnologia rispettosa dell’ambiente marino, perché galleggia come alcune piattaforme; preserva il paesaggio, perché sufficientemente lontana da non essere visibile dalla terra ferma; per giunta con una produttività maggiore. Ovviamente, il loro posizionamento dovrà tener conto delle rotte migratorie degli uccelli. Questo tipo di infrastrutture necessitano di costante supporto e manutenzione metalmeccanica. Specialità di cui le aziende gelesi sono portatrici. Potranno da subito avviare il nostro territorio a consolidare il nascente hub di economia circolare, dove ecologia, benessere economico e salute potranno coesistere armonicamente”. Una “geografia” di investimenti che è allo studio dei cinquestelle, attraverso i riferimenti ministeriali. Anche i rapporti con Eni, se ci fosse un percorso condiviso, potrebbero assumere una piega del tutto differente rispetto al passato e alle conseguenze prodotte sul territorio.
le tecnologie rinnovabili sono state sempre bloccate dal nostro comune per favorire la produzione di petrolio, adesso in cambio di rotta o solo parole per far contenti i cittadini, ricordiamo ancora il PROGETTO CILIEGINO che dopo anni ancora non si sa nulla e nessuno ha pagato per i danni fatti ai cittadini.
Ancora si parla di Eni? Il paese è martoriato, agricoltura??? Il sottosuolo è pieno di schifezze e non dimentichiamo tutte le vasche nascoste di scarti eni che si trovano in giro per i nostro territorio.
ENI dovrebbe pagare tutte le bonifiche e dopo si può pensare ad altri investimenti come attirare il turismo, ma cosa predentiamo dai 5 stelle??
Erano tutti dei disoccupati e adesso hanno tutti un ottimo stipendio per loro e per i loro cari…
Povera italia…..siamo con sti politici siamo gli ultimi ad essere considerati… GRAZIE.