Gela. Tra indagini, interventi della Regione, appelli pubblici e politica che guarda molto interessata al futuro della struttura, la situazione generale dell’Ipab “Aldisio” sicuramente non è da manuale. Negli ultimi giorni, un gruppo di lavoratori della società privata “La Fenice” (che ora gestisce la struttura) e di familiari di alcuni ospiti si è schierato con il nuovo corso. La gestione della società “La Fenice” e i rapporti con l’Ipab, poi commissariata, sono ancora sotto i riflettori dell’assessorato regionale della famiglia e delle politiche sociali. Con due decreti, datati 23 marzo, arriva la bocciatura sia del bilancio di previsione 2020 che del pluriennale 2020-2022 (che in realtà non andava neanche predisposto), risalenti al novembre dello scorso anno. Il dirigente del servizio Bernardo Santomauro e il funzionario regionale Antonio Scelfo sono arrivati a decretare l’annullamento del bilancio di previsione 2020, con motivazioni pesanti. Si richiama nuovamente il rapporto tra Ipab e “La Fenice”. Le attenzioni si sono concentrate sulla voce di bilancio “proventi diversi e rimborso di somme”, per un importo di 225 mila euro. In base al decreto di annullamento, non sarebbero arrivate risposte ai quesiti posti dalla Regione. Anomalie che toccano, in base al provvedimento, anche “l’applicazione del disavanzo di amministrazione di 86.300,00 euro al bilancio di previsione 2020 atteso che il disavanzo accertato dal conto consuntivo è di 545.015,51 euro”.
L’entrata prevista di 225 mila euro è collegata alla convenzione stipulata con la società “La Fenice”. L’assessorato regionale bolla la convenzione con i privati come “illegittima”. “Rilevato che quanto effettuato ed operato dall’Opera Pia Centro servizi alla persona “Antonietta Aldisio” – si legge nel decreto di annullamento – in ordine alla convenzione stipulata con la succitata società è illegittima poiché viola la normativa vigente in materia nelle parti in cui si demanda la gestione della casa di riposo, del personale e la riscossione delle rette di ricovero”. Il commissario regionale nominato per traghettare l’Ipab di Caposoprano, già da tempo ha chiesto un parere legale sull’intera vicenda.