Gela. Le indagini in corso e un certo “nervosismo” politico accesosi intorno alle sorti dell’Ipab “Aldisio”, ora sotto la gestione privata della società “La Fenice”, hanno fatto prima uscire allo scoperto i lavoratori Oss, impiegati nella struttura, e adesso anche i familiari di alcuni anziani ospiti. Hanno scritto al commissario regionale, che ha avviato verifiche sui rapporti tra l’Ipab e i vertici de “La Fenice”. Le famiglie difendono il nuovo corso privato. “Con la nuova gestione – scrivono – è stata moltiplicata e potenziata la finalità assistenziale della struttura con un aumento degli utenti. La struttura è stata completamente rinnovata con notevole incremento del valore immobiliare di proprietà dell’Ipab. Da un lazzaretto si è passati a standard qualitativi più che dignitosi. Ci sono ora e non c’erano prima varie funzioni collaterali ma essenziali, come l’assistenza infermieristica, fisiatrica e sociale, l’animazione ludico-ricreativa, i servizi di parrucchieria ed estetista. Ogni utente viene seguito da un nutrizionista. La qualità del servizio è migliorata vistosamente sia per gli aspetti alberghieri che per quelli di ristorazione. C’è ed è percepibile una valida organizzazione generale della struttura, prima inesistente o, comunque, quasi per nulla percepibile. Il personale dipendente è molto più motivato, se non altro perché regolarmente retribuito su standard sindacali. La retta è di 1.300 euro e non di 2.000 euro”.
Nella missiva si scrive di miglioramenti netti, anche sul piano dei canoni riscossi e degli utili realizzati, a differenza di un passato “sempre in perdita ed ampiamente indebitato”. Secondo le famiglie di alcuni ospiti, anche la gestione dell’emergenza Covid ha fatto emergere i meriti della nuova gestione. Non si sono registrati casi di anziani positivi o situazione che potessero degenerare, da un punto di vista clinico. Famiglie e lavoratori stanno con la nuova azienda, anche se gli approfondimenti, sia investigativi che amministrativi sono comunque in corso.