Gela. Tra le misure per il rilancio economico dopo l’emergenza Covid, l’amministrazione comunale, accogliendo le proposte avanzate dai consiglieri della commissione consiliare urbanistica, sicuramente tiene in forte considerazione il settore dell’edilizia. Su questo fronte, l’assessore Giuseppe Licata ha avviato un confronto, ancora tutto aperto, con la stessa commissione, presieduta da Giuseppe Morselli. Uno snellimento dell’iter delle concessioni, ulteriori passi in avanti per arrivare ai piani attuativi del prg e un’attenzione particolare all’area di Manfria e a quelle limitrofe, sono solo alcuni punti messi sul tavolo. L’assessore non ha nascosto di condividere lo spirito del documento redatto dalla commissione, che prevede una rivisitazione della destinazione solo agricola delle aree della frazione balneare. “Pensiamo che sulla zona di Manfria – ha spiegato – vada rivista la destinazione solo agricola, così da permettere interventi di edilizia, soprattutto perché si sbloccherebbero diversi lavori e sarebbe possibile completare immobili rimasti solo a metà, non adeguati ad un certo decoro urbano”. Scenari che non trovano alcun sostegno dal Movimento cinquestelle. Il consigliere comunale Virginia Farruggia ritiene anzi che assessore e giunta debbano spiegare le ragioni di questo “ritorno di fiamma” per il cemento. “Va bene non riuscire ad elaborare una nuova proposta strategica, in un momento storico in cui tutto è in evoluzione continua e serve avere il coraggio di buttarsi in avanti per rincorrere nuove tecnologie ed avere una visione per un nuovo sviluppo economico, ma vedersi catapultati negli anni ottanta dello scorso secolo, attraverso una dichiarazione che potrebbe apparire quasi “delirante”, non è accettabile – dice Farruggia – forse non si conoscono le norme? Forse non si conosce la storia di questo territorio? Inviterei l’assessore a risolvere tutto ciò che ha prodotto la lottizzazione negli ultimi decenni in città; tutti i contenziosi che hanno lasciato sia i proprietari che il Comune in un limbo, dopo peraltro anni devastanti di abusivismo che hanno creato effetti gravi, con conseguenze anche sul prossimo futuro; lo inviterei a chiarire meglio le sue parole rispetto al fatto che qualsiasi variante al piano regolatore verrà discussa in consiglio comunale e che, soprattutto, il problema della zona C3 di Manfria non è legato alla mancanza di una relazione geologica, quanto della Vas di un Prg approvato; lo inviterei a chiarire il fatto che tutti gli immobili con regolare concessione edilizia o in sanatoria sarebbero già dovuti essere completati per legge e che questo nulla ha a che vedere con la variante al Prg della zona o sulla redazione del piano esecutivo”. La grillina considera inattuabile un progetto che leghi la ripresa economica post-Covid ad una nuova fase di edificabilità a Manfria e nelle aree contigue. “Non servirà neanche nel lungo termine a rilanciare turisticamente una zona balneare priva di servizi primari e secondari. Condividiamo l’esigenza di riqualificare un’area strategica per l’economia stagionale come Manfria, ma il tema del consumo del suolo e di rendere edificabile ciò che resta di una frazione fortemente sfruttata è tutt’altra cosa. Riteniamo politicamente e socialmente miope l’obiettivo che si pone l’amministrazione attraverso le dichiarazioni del suo assessore e ci auguriamo che queste posizioni saranno oggetto di confronto nelle sedi istituzionali opportune – aggiunge – c’è tanto da fare in termini di edilizia nel nostro territorio, ma la direzione non può che essere quella della riqualificazione urbana, per risanare tutte le zone devastate da una lottizzazione speculativa che anziché migliorare la qualità della vita dei cittadini, ha prodotto quartieri dormitorio, privi di servizi essenziali e di opere di urbanizzazione primaria e secondaria”.
Il modello Manfria per i pentastellati dovrebbe essere tutt’altra cosa. “Si dovrebbero ridurre al minimo nuove edificazioni e in nessun caso dovrebbero essere di natura residenziale. Bisogna programmare una riqualificazione urbana che preveda la fornitura di servizi, la realizzazione di strade adeguate ad una zona balneare – conclude – con parcheggi fuori dal centro, piste ciclabili, percorsi pedonali e spazi sociali, parchi gioco, parchi-natura, il fronte mare e lo sviluppo di un’economia attraverso locali commerciali a servizio dei residenti, ma anche di turisti ed ospiti giornalieri. Pensare di edificare ancora in un’area già satura di cemento ma priva di tutto il resto potrebbe essere un messaggio dannoso per i precedenti che hanno fortemente contraddistinto in negativo il nostro territorio”. Il ritorno al cemento a Manfria non trova la sponda del Movimento cinque stelle, che ribadisce di non condividere l’approccio esternato dall’amministrazione comunale.