Gela. E’ un’area da tempo a forte rischio di tenuta idrogeologica. In pochi giorni, si sono registrati due cedimenti lungo un tratto del costone che si affaccia sulla zona del porto rifugio. Terreno e detriti sono finiti in strada. Con le restrizioni anti-Covid in atto, il transito di auto e veicoli non era di certo sostenuto, ma l’area va sottoposta ad attenti controlli, con la necessità di interventi complessivi. Lo sostiene il geologo Giuseppe Collura, presidente dell’Ordine regionale. “Sono fenomeni che rientrano nella normale dinamica di quella zona – dice – però, come tutte le cose che vengono lasciate a sé stesse, tendono ad evolvere. La causa probabilmente è da legare alla consistente presenza di acqua, accumulata anche da perdite della rete idrica e forse di quella fognaria, oltre alle ultime precipitazioni. Bisogna considerare che è un tratto con in cima edifici e poi la strada sul lungomare. Quindi, è necessario prevedere degli interventi di contenimento e pensare ad una riqualificazione, perché nel periodo estivo subentra il forte rischio di incendi”. Per il geologo, si dovrebbe partire da lavori di stabilizzazione del piede, come fatto in passato in altri tratti, dove il contenimento è stato effettuato con muri che sono serviti a stabilizzare. “Interventi di questo tipo sono il minimo se si vuole mettere in sicurezza una zona che comunque non è interessata solo dal traffico veicolare. C’è chi passeggia lungo quel tratto e nel periodo estivo abbiamo tanti bagnanti”.
Collura ritiene necessario un monitoraggio ancora più ampio in tutta l’area che costeggia il lungomare. “Ci sono tratti dove si inizia a notare un qualche cedimento nei muri realizzati in passato. L’acqua fuoriesce e finisce sulla carreggiata stradale. Serve la giusta attenzione per la messa in sicurezza”.