Gela. La città ieri si è svegliata ancora una volta sommersa dai rifiuti. Il sindaco Angelo Fasulo che parla di sciopero pretestuoso definendolo “anomalo e immorale” chiede di fare chiarezza e esonerare dall’incarico le ditte che gestiscono il servizio di raccolta dei rifiuti.
Ieri, gli operatori ecologici che hanno incrociato le braccia hanno inscenato una protesta in piazza San Francesco. Nel pomeriggio, il commissario liquidatore, Giuseppe Panebianco, ha indetto una seduta straordinaria convocando i sette sindaci dei comuni dell’Ato ambiente compresi i sindaci revisori presieduti da Giuseppe Di Forti.
Gli stessi hanno sostenuto in maniera unanime lo sconforto di Fasulo il quale assicura che il Comune non deve nulla all’Ato ambiente.
“Penso sia inaccettabile che per protestare contro situazioni riguardanti altri comuni, pur essendo totalmente estranei alla nostra città – dice il primo cittadino Fasulo – si pensi di estendere uno stato di agitazione anche a Gela. Siamo l’unico comune a non risultare moroso nei confronti dell’Ato Ambiente. Abbiamo sempre provveduto a regolarizzare i debiti pregressi grazie a diverse transazioni – prosegue – non possiamo accettare che i nostri cittadini debbano subire un disagio così grave per problematiche che riguardano altri comuni. Mi auguro che questa agitazione smetta il prima possibile”.
Non la pensano allo stesso modo il segretario della Cgil, Ignazio Giudice, e i lavoratori della Roma costruzioni e Sap che nel rivendicare la tredicesima mensilità e gli stipendi del 2013 hanno deciso di incrociare le braccia.
“Adesso – dice il segretario della camera del lavoro Ignazio Giudice – gli scioperi non si annunciano ma si attuano. Non riusciamo a capire cosa succeda in questo meccanismo. La tarsu è stata addirittura aumentata. Gli introiti, quindi, ci sono ma, quasi regolarmente, i pagamenti tardano ad arrivare. Che fine fanno questi fondi? Se i lavoratori non ricevono i loro stipendi, cade un principio fondamentale di legalità”.