Gela. “Non siamo lo Stato e non abbiamo risorse economiche illimitate. Dobbiamo ripartire da ciò che c’è nel cassetto, circa 200 milioni di euro. Concordo con la convocazione del consiglio comunale per delineare una fase due, dopo l’emergenza Covid”. L’assessore allo sviluppo economico Terenziano Di Stefano ribadisce quale possa essere l’unica ricetta economica disponibile, nel tentativo di porre rimedio a falle che saranno enormi nel post-emergenza Covid. I 200 milioni di euro indicati dal vicesindaco sono la somma dei finanziamenti destinati a Palazzo di Città con programmi come il “Patto per il Sud” e “Agenda Urbana”, senza dimenticare le Zes, l’accordo di programma e le compensazioni Eni. Si tratta però di farli fruttare, trasformandoli in investimenti e cantieri, che possano assicurare occupazione. “In una fase drammatica come quella che stiamo attraversando – dice ancora – sono pochi i Comuni che possono disporre di queste risorse. Però, dobbiamo lavorare e accelerare per arrivare alle gare. Sospendere tutti i pagamenti dei tributi comunali potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Senza tributi, come farebbe il Comune a pagare i creditori? Anche questo aspetto va valutato. E’ indispensabile iniziare a disegnare la fase due, ma rimanendo con i piedi per terra e senza promettere nulla che non sia praticabile. Se già riuscissimo a mettere in gara progetti per venti milioni di euro di “Agenda Urbana” e almeno trenta milioni del “Patto per il Sud”, sarebbe un ottimo risultato”. Il numero due della giunta ribadisce quella che è la sua visione di un’eventuale ripresa. “Dobbiamo gestire quello che abbiamo”, aggiunge. Anche sul fronte Eni, secondo il vicesindaco c’è la necessità, ora più che mai, di concretizzare le risorse disponibili, ad iniziare dalle compensazioni. Trentadue milioni di euro dei quali si parla ormai da sei anni. “Anche da questo punto di vista – conclude – non possiamo più permetterci ritardi. I lavori della casa albergo a Macchitella, solo per citare uno dei tanti possibili cantieri, sono pronti per partire e bisogna intervenire subito. I cantieri darebbero lavoro e la struttura potrebbe rappresentare un hub importante anche per altri progetti. Per il resto, ribadisco, non siamo lo Stato e non abbiamo risorse illimitate. Possiamo ripartire solo da ciò che possiamo già gestire”.
Non sarà facile fare la conta di danni enormi che si sono abbattuti su un territorio, già da anni del tutto ridimensionato da una crisi senza fine e che adesso sconta anche gli effetti sociali dell’emergenza Covid, con un bisogno cresciuto in maniera esponenziale nell’arco di poche settimane di totale fermo.