Schiaffo alla prof: “Mia figlia non è una violenta, andava tutelata di più”

 
0

Gela. “Ha distrutto il percorso sanitario costruito in tre anni con i medici dell’Asp. Mia figlia non è violenta ma andava tutelata”.

Con queste parole la mamma della diplomanda di vent’ anni che ha schiaffeggiato il presidente di commissione durante la prima prova d’esame, si rivolge alle istituzioni e minaccia di adire alle vie legali. E’ consapevole che la figlia  potrebbe non conseguire il diploma. A seguito della presunta aggressione, la dirigente dell’istituto comprensivo statale di Caltanissetta, ha fatto ricorso alle cure ospedaliere mentre ieri non si è presentata in commissione. La studentessa, invece, è stata invitata verbalmente a non presentarsi allo svolgimento della seconda prova d’esame. “E’ una ragazza che da tre anni è costretta a seguire un trattamento psicoterapeutico presso il Centro di salute mentale (Csm) dell’Asp- ha detto la madre,( S.B. le sue iniziali)- la ragazza soffre d’ ansia, una patologia ben nota alla stessa Vincenza Mancuso, presidente di commissione- spiega- considerato che il 13 giugno, poco prima dell’avvio delle sessioni d’esami di stato, sono stata costretta a consegnare una certificazione medica per il particolare stato di salute di mia figlia. Accorgimenti apparentemente ignorati da tutto il corpo docente che non sarebbe intervenuto per sedare lo stato d’animo di mia figlia- continua- Dopo l’increscioso episodio ho chiesto spiegazioni al dirigente della scuola paritaria che frequenta, il quale sostiene che mia figlia è stata trattenuta in una stanza per attendere il mio arrivo e quello dei Carabinieri. Condanno il gesto di mia figlia che ieri pomeriggio, in un momento di tranquillità, avrebbe voluto chiedere scusa. Ai miei occhi però rimane incomprensibile l’atteggiamento del presidente di commissione. E’ come se la stessa non si fosse informata della presenza di eventuali studenti “particolari”. Eppure mia figlia secondo il racconto del preside dell’istituto, era scoppiata in lacrime pochi istanti dopo la consegna delle tracce della prova di italiano, a causa della sua patologia e solo grazie all’intervento di un docente che la conosce è riuscita a superare l’ansia e a consegnare il tema, addirittura in anticipo”. “ In quel momento – ha concluso la madre- la ragazza si sentiva in gabbia e aveva solo voglia di tornare a casa, dinanzi all’umiliazione e al no autoritario del presidente ha agito d’impulso e ha sbagliato ma si tratta pur sempre di un caso che andava trattato diversamente e non come fosse una criminale. Dietro quel gesto che condannerei in una situazione normale c’è una ragazza che andava compresa e non messa alla gogna mediatica che sicuramente dovrà ricominciare un trattamento psicologico alla luce degli ultimi avvenimenti ”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here