Gela. L’autorizzazione comunale al progetto agro-serro-fotovoltaico Agroverde rischia di essere revocata. Gli investitori indiani non hanno firmato l’accordo per realizzare la mega struttura da 180 milioni di euro.
Stamattina scade anche l’ennesima proroga concessa a Stefano Italiano, presidente della cooperativa Agroverde, dal sindaco Angelo Fasulo e dai capi gruppo consiliari. Era stato stabilito, in un crono programma approvato in conferenza, che questa mattina sarebbero stati regolarizzati i pagamenti degli espropri effettuati da Agroverde nelle contrade Cappellania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio. Era stato Nando Maurelli, legale incaricato dalla cooperativa agricola, a parlare di “accordo in dirittura d’arrivo” , mentre Stefano Italiano si era detto pronto per “definire il pagamento per l’anticipo delle indennità di occupazione dei terreni espropriati entro i termini stabiliti (15 maggio)”. L’importo da pagare ammonta a circa 350 mila euro. Ovvero, un dodicesimo dei 4 milioni di euro relativi al calcolo complessivo degli espropri effettuati. Il saldo è stato fissato entro il 20 giugno. Le rassicurazioni non avevano convinto tutti i proprietari dei terreni espropriati. Cinque di questi dopo avere contestato oltre alle procedure finora adottate anche il calcolo del loro indennizzo, avevano deciso di avviare un ricorso rivolgendosi direttamente alla corte dei diritti Europea. Una posizione decisa che aveva permesso di dissociarsi anche dalle scelte avanzate dal comitato spontaneo “Proprietari dei terreni espropriati” coordinato da Salvatore Mussoni. Oggi, anche questi ultimi avvieranno ufficialmente un’azione di risarcimento come annunciato dallo stesso Mussoni.
Secondo alcune indiscrezioni, l’investitore asiatico avrebbe avuto in questi giorni diversi incontri telefonici proprio con Stefano Italiano. Lo stesso, tramite un partner italiano ha sottoscritto la fidejussione subito dopo l’uscita dalla scena della società Radiomarelli, finita in un inchiesta giudiziaria avviata dalla Procura di Rimini che ipotizza i reati di truffa. Pare, nonostante tutto, che il vertice della cooperativa Agroverde si sia preso tempo anche per vagliare una seconda trattativa che vede in campo altri investitori del nord Italia. Anche in questa circostanza non sono stati resi noti i nomi ne dei possibili investitori e nemmeno delle imprese interessate al progetto agro-serro-fotovoltaico. In verità, oltre al conto energia, l’iniziativa della cooperativa Agroverde è riuscita, proprio per la rilevanza da un punto di vista prettamente agricolo, a ottenere dal ministero all’Agricoltura un riconoscimento di 33 milioni di euro. L’importo, che farebbe gola a molti investitori, depositato dal Cipe, sarebbe immediatamente erogabile dall’istituto bancario Monte dei Paschi di Siena previo un fatturato d’investimento di cento milioni di euro destinato alla realizzazione del progetto. La prima proroga all’importante progetto era stata adottata dall’assise civica il 25 febbraio scorso. Nel corso della seduta monotematica e straordinaria convocata dal presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Fava, era stato deciso di garantire due mesi di proroga pena l’avvio della messa in mora della cooperativa Agroverde e l’acquisizione da parte del Comune dell’area indicata ad ospitare il progetto.