Gela. Lo scontro è ormai conclamato e i sindacalisti dell’Ugl, il segretario confederale Andrea Alario e quello provinciale dei trasporti Francesco Cacici, hanno scritto ai vertici di raffineria Eni, al prefetto e alla capitaneria di porto. I titolari di Archimede, l’azienda siracusana che opera nel servizio di guardiafuochi nel porto isola, starebbero agendo violando qualsiasi norma, sindacale e contrattuale. In piena emergenza Covid, hanno notificato licenziamenti e nuove sospensioni al personale. Una condotta che trova la ferma opposizione dei sindacati, che da mesi chiedono un confronto su tutti gli aspetti contrattuali. In base a quanto riportato nella missiva, i responsabili dell’azienda avrebbero imposto ai dipendenti di svolgere ulteriori ore di servizio, nonostante lo stato di agitazione proclamato, calpestando le procedure sindacali. Chi si è rifiutato ha dovuto incassare ammonizioni e sospensioni. Ora, sono arrivati anche i licenziamenti. “La tracotanza dell’azienda promanante da storici passaggi feudatari e che hanno odore pressoché illegale, ha potuto notificare in primo luogo ai vari lavoratori che non si sono attenuti all’ordine – si legge nella comunicazione – un procedimento disciplinare, non rispettando quanto previsto. Il datore di lavoro avrebbe dovuto rendere disponibile la consultazione da parte dei lavoratori del suddetto provvedimento, mediante la sua affissione in luogo accessibile a tutti, nel caso di specie, nell’apposita bacheca, laddove vengono affisse le comunicazioni di servizio indirizzate a tutti i lavoratori addetti ai servizi appaltati. In caso di inosservanza di tale regola, è dichiarata l’illegittimità della sanzione disciplinare irrogata al lavoratore”.
I sindacalisti Ugl adesso chiedono che vengano effettuate verifiche sui requisiti dell’azienda, ad iniziare dalla regolarità del Durc contributivo. Non escludono di potersi rivolgere ai magistrati della procura. “Si ha altresì notizia, cui se ne richiede conferma, che la suddetta Archimede non è risultata essere in regola con la certificazione Durc e nonostante ciò, abbia usufruito ugualmente delle liquidazioni economiche previste per contratto. Se ciò risultasse vero – si legge ancora – sperando che sia soltanto una notizia fallace, si chiede di sapere secondo quale principio giuridico sia stato possibile erogare e liquidare le spettanze economiche alla suddetta ditta e qualora ciò fosse stato fatto, se ne richiede la sospensione immediata in attesa del Durc”. I rappresentanti sindacali Ugl parlano di comportamenti “spregiudicati e provocatori” dai parte di chi gestisce l’azienda. “In conclusione, è necessario che ciascuno per la propria competenza faccia azione contro i comportamenti spregiudicati e provocatori di Archimede e valuti se la stessa abbia ancora i requisiti atti al mantenimento dell’appalto e in caso contrario, di porre in essere i relativi atti consequenziali. Al prefetto si richiede inoltre un sollecito e propedeutico intervento al fine di scongiurare insoliti momenti di sconforto dei lavoratori tutti, che potrebbero stavolta seriamente mutarsi in problemi di ordine pubblico – concludono nella missiva – ovvero di esercitare un’azione diretta atta a garantire la conservazione della pace sociale e della sicurezza collettiva. Pertanto, ancor prima di trasmettere i relativi atti alla procura della Repubblica adendo così ogni azione legale contro la Archimede a difesa dei diritti dei lavoratori, sarebbe opportuno che il prefetto proceda ad un ulteriore tentativo di conciliazione mediante i sistemi tecnologici utilizzati in questo periodo di emergenza Covid, invitando al confronto oltre la scrivente Ugl e la ditta Archimede, la guardia costiera di Gela, la Raffineria e la rappresentanza di Sicindustria”.