Caltanissetta. “Le bare sui camion militari trasportate verso i cimiteri per la cremazione e le immagini degli ospizi con gli anziani ammalati, sono scene che non dimenticherò mai. Un dolore tremendo. Come non dimenticherò mai l’immagine del Santo Padre che prega per gli uomini di tutte le fedi religiose, a San Pietro. Con alle spalle il Crocifisso bagnato di pioggia”. A parlare è Lia Sava, procuratore generale di Caltanissetta, che segue con particolare attenzione quanto accade in Italia dopo l’esplosione del Covid 19, la pandemia del secolo che ha causato (e continua a farlo, purtroppo) tantissime vittime. Grave la situazione sanitaria che si è venuta a creare nel nostro Paese. Tanti i decreti ministeriali.
Sono sufficienti o si poteva e doveva fare di più?
“Non posso fare alcuna valutazione su questo. E credo che, in astratto, nessuna persona seria possa azzardare valutazioni di questo tipo che implicano, anche, competenze di carattere scientifico che non possiedo. In questa fase stiamo dando attuazione con il massimo impegno e, le assicuro, con grande dedizione, a quanto previsto dai decreti legislativi già emanati. Nel settore giustizia stiamo riuscendo, con l’impegno di tutti, a far fronte all’emergenza. Il sistema sta reagendo bene e abbiamo messo in campo nuovi strumenti tecnologici che consentono lo svolgimento delle attività urgenti e possono, quindi, garantire al cittadino fruitore un servizio ancora efficiente”.
Lei come vive questa situazione?
“Come qualsiasi coscienzioso cittadino italiano. Con estremo scrupolo. Come magistrato e come figura di vertice degli uffici requirenti del distretto di Caltanissetta cerco di organizzare al meglio la fase straordinaria che stiamo vivendo. Cercando di bilanciare il primario interesse alla tutela della salute con la necessità di svolgimento delle attività essenziali del settore giustizia. Sia chiaro: non è compito facile e non consente alcuna approssimazione. Ma stiamo concentrando gli sforzi e stiamo ottenendo, ritengo, buoni risultati”.
Magistrati, amministrativi e personale di pg, garantiscono quotidianamente il loro apporto. Come è distribuito il lavoro?
“Si è privilegiato il lavoro da remoto (modalità smart working) al fine di evitare concentrazioni di persone fisicamente presenti in ufficio che, invece, possono lavorare da casa. A rotazione, per ogni servizio, si garantisce la presenza in ufficio, ogni giorno, di un numero di persone che possono stare ad una distanza di sicurezza, comunque munite di mascherine e guanti. Queste linee guida riguardano sia magistrati che personale amministrativo oltre che la Polizia Giudiziaria che lavora nei nostri uffici. Inoltre, sono state disposte già sanificazioni dei locali dove si svolge la nostra attività . Fino al 15 aprile prossimo le udienze (salve alcune eccezioni dettagliatamente indicate dal legislatore ) sono rinviate. Nei processi urgenti che vengono, invece, trattati si privilegia la modalità da remoto, ove possibile”.
Dove c’è un disagio sociale, la criminalità si inserisce puntando l’attenzione al consenso collettivo e organizzando forme di protesta?
“Questo è possibile, ovviamente. Oserei dire probabile, per quella che è la mia esperienza di 25 anni di contrasto alle mafie. Le organizzazioni criminose si insinuano, infatti, in situazioni di disagio per sfruttale a proprio vantaggio, in maniera subdola e con lo strumento dell’intimidazione più o meno velata. Il controllo mafioso del territorio, capillare in diverse zone della Sicilia, implica questo tipo di effetti nefasti. Credo, comunque, che le Forze dell’ordine siano assolutamente in grado, anche in questo contesto, di svolgere in maniera efficace ogni possibile forma di prevenzione. La magistratura, inoltre, svolge indagini capillari su tutto il territorio, indagini che non si fermano per il coronavirus. Sono, quindi, fiduciosa: sapremo contrastare questo pericolo”.
Proprio in questi momenti, purtroppo, la criminalità offre servizi, quelli di cui la povera gente ha bisogno. Non vorremmo che si diano benefici per poi richiederli con gli interessi. Cosa ne pensa?
“È uno scenario possibile ma confidiamo che gli interventi, a sostegno dell’economia e dei soggetti più deboli, posti in essere dalla politica, siano in grado di arginare anche questo rischio. Valgono, inoltre, le considerazioni sopra esposte: le Forze dell’ordine e la magistratura non smettono mai di svolgere i compiti e, quindi, potranno individuare con tempestività condotte riconducibili, ad esempio, al reato di usura”.
Cosa vuole dire a coloro i quali ancora si ostinano a non rispettare il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri?
“Che le regole vanno rispettate sempre. In questa occasione tragica è in gioco la vita, che è un valore assoluto. Della vita siamo responsabili tutti. E nessuno può dirsi “inviolabile” dal Covid 19″.
Cosa personalmente le manca in queste interminabili settimane di chiusura totale?
“Il caffè al bar la mattina prima di andare in ufficio e la passeggiata, all’uscita dal tribunale, la sera, per le strade di Caltanissetta”.
Quando si ritornerà alla normalità, cos’è la prima cosa che farà?
“Stringerò con forza la mano ai magistrati del mio ufficio e di tutti gli uffici del distretto, al personale amministrativo ed alla polizia giudiziaria. Per il lavoro che, con me, con tanta dedizione, stanno svolgendo in questi giorni difficili”.
Ce la faremo? E come?
“Riusciremo sicuramente a venirne fuori. Anche se la mia preghiera, ogni giorno, è quella che gli scienziati trovino presto un vaccino o una cura rapida ed efficace per questa malattia sconvolgente. Fino ad allora, non saremo al sicuro. Per salvarci, ancora una volta, vale il monito: rispettare le regole per tornare a sorridere”.