Torino. I giudici della Corte d’appello di Torino hanno riconosciuto il ravvedimento del gelese cinquantanovenne Crocifisso Pingo, accusato del tentato omicidio dell’ex compagna. Così, è stata ridotta la condanna. In primo grado, il gup del tribunale piemontese, al termine del giudizio abbreviato, gli aveva imposto sette anni di reclusione. I giudici di secondo grado, invece, lo hanno condannato a sei anni e due mesi di reclusione. La difesa, sostenuta dall’avvocato Tiziana Porcu, ha ribadito che l’imputato non avrebbe avuto intenzione di uccidere l’ex compagna, nonostante l’abbia colpita con più fendenti. Fu lui stesso a contattare i carabinieri, attendendoli davanti all’ingresso dell’abitazione di Torino, che per anni aveva condiviso con l’ex. Dalla loro relazione sono nati due figli. Dopo la separazione, Pingo era ritornato in Sicilia, ma solo per un breve periodo. Al rientro nel capoluogo piemontese, avrebbe tentato di riallacciare la relazione con la compagna. La donna però aveva deciso di cambiare vita. Il suo no avrebbe scatenato la terribile reazione. La colpì con un coltello da cucina. La donna si è costituita parte civile, con l’avvocato Anna Rizzo. Già in primo grado le era stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni. La difesa di Pingo ha sempre contestato l’accusa di tentato omicidio e in appello ha ottenuto un limitato riconoscimento di alcuni elementi portati a sostegno dell’imputato. La procura generale invece ha chiesto la conferma della condanna a sette anni di detenzione.
L’uomo, attualmente recluso, subito dopo l’arresto ammise le proprie colpe invocando il perdono dell’ex compagna, che ha subito gravi conseguenze dall’efferata aggressione. Dopo il deposito delle motivazioni, la difesa valuterà l’eventuale ricorso in Cassazione. Il giudizio si è tenuto, con tutte le misure previste dai protocolli anti-Covid.
