Gela. Sono 675 mila euro quelli che governo e protezione civile nazionale faranno arrivare in città per sostenere una forma di “solidarietà alimentare”, destinata a chi è messo ancora più in difficoltà dalla crisi prodotta dall’emergenza Covid-19. Cifra che se sommata alle altre previste per i Comuni della provincia fa arrivare il totale ad oltre due milioni di euro. I grillini, con il senatore Pietro Lorefice, lo ritengono un passo importante. “L’ultimo decreto del Presidente del consiglio Giuseppe Conte anticipa immediatamente quattro miliardi e trecento milioni per incrementare il Fondo di solidarietà dei Comuni per far fronte all’emergenza coronavirus – dice – sono stati stanziati, inoltre, 400 milioni per far fronte alle situazioni di emergenza sociale. Somme messe a disposizione dei Comuni di tutta Italia, sin da subito, per il sostentamento alimentare dei cittadini in difficoltà economiche, in forma di buoni spesa e generi alimentari di prima necessità”. Secondo Lorefice, adesso tocca ai Comuni gestire la rete a tutela dei più deboli. “I Comuni, tramite la propria rete interna – spiega ancora – andranno ad individuare o hanno già individuato tutti quei soggetti deboli che hanno la necessità di risorse immediatamente disponibili. Un aiuto diretto a chi in questo momento di grandissima crisi non può materialmente mangiare”.
La triplice territoriale di Cgil, Cisl e Uil, però, considera queste risorse solo come “un acconto”. “Il governo nazionale deve fare di più e lo deve fare subito. Importanti ma non efficaci sono le misure di sostegno economico dirette ai Comuni. L’anticipazione di cassa, pubblicata ieri dalla Gazzetta Ufficiale, rende ancora possibile pagare gli stipendi ai lavoratori degli 8000 Comuni d’Italia, mantenere attivi alcuni servizi essenziali come la raccolta rifiuti, insomma queste anticipazioni garantiscono l’ordinaria amministrazione ma a noi serve ben altro. Riteniamo – dicono i segretari Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro – l’erogazione di queste somme un acconto rispetto alla vastità e profondità dell’emergenza sanitaria che si sta vivendo e, con tutto il rispetto, possiamo affermare che il Sud vive di emergenze ancor prima di quella odierna che ha dimensioni mondiali. La ricaduta dell’anticipazione del fondo di solidarietà ai ventidue Comuni della provincia è pari a 30.998.324, 75 euro che gli enti avranno a maggio invece che a luglio e li avranno senza bisogno dell’approvazione del bilancio. I soldi stanziati dalla protezione civile ai Comuni della nostra provincia invece sono pari a 2.374.505,67 euro ed anche in questo caso noi li riteniamo un acconto”. I sindacati spiegano che la situazione di enorme disagio economico del territorio è precedente all’emergenza Covid. “Siamo da mesi la centoquattresima provincia per qualità della vita. Sono tanti i virologi che ad oggi si sono espressi tentando di aprire gli occhi a chi ci governa, sia alla Regione che a livello nazionale, annunciando il picco dei contagi e ricordandoci che le misure dettate dai dpcm sostanzialmente sono due, restare a casa e mantenersi distanti uno dall’altro in caso di code. Ecco, ribadiamo che tanti cittadini erano e sono poveri e sono poveri anche per una endemica emergenza abitativa che esiste da decenni e noi abbiamo sempre denunciato pubblicamente queste disgrazie nel silenzio delle istituzioni politiche. Anche in quest’occasione intendiamo essere vicini ai sindaci che vogliono garbatamente alzare un grido di allarme che dal profondo sud deve arrivare a Roma in modo coeso e autorevole. Il fattore tempo non è secondario, vale per tutte le istituzioni democratiche”.