Le shopper biodegradabili sono uno degli strumenti più utilizzati nella quotidianità di tutti i giorni. Queste pratiche sportine vengono fornite da qualsiasi attività commerciale al fine di trasportare i beni appena acquistati dall’esercizio alla nostra abitazione. Esistono milioni di misure diverse, con migliaia di mescole e altrettante conformazioni, ma c’è un aspetto fondamentale per cui il novanta per cento delle borse di plastica viene identificato: il logo del brand dove si è effettuato l’acquisto.
Le sportine infatti, specie nel settore alimentare, sono diventate delle vere e proprie pubblicità. Un metodo per far girare il nome del negozio, puntando ad una fascia di pubblico più vasta e cercando di fidelizzare ulteriore clientela.
Il marketing dietro le shopper personalizzate: la psicologia di massa che porta all’acquisto
Sicuramente, vi sono diversi vantaggi nello scegliere di adottare per la propria attività una shopper biodegradabile personalizzata. In primo luogo, si tratta, come già accennato, di una mera questione di marketing. Le grandi aziende puntano sempre di più sulla personalizzazione delle proprie borse, poiché è un modo di veicolare l’acquisto ed incrementare le vendite. E’ un principio utilizzato all’interno di tutti i centri commerciali, ed anche i piccoli negoziati si stanno adeguando nel perseguire questa corrente. Non si tratta solo di rendere noto il proprio nome, ma di istituire un vero e proprio metodo di riconoscimento, che porta alla fidelizzazione del cliente finale.
Personalizzare, dunque, le proprie shopper biodegradabili significa proprio percorrere un passo in questa direzione.
E’ vero che le shopper di oggi sono meno resistenti? Sfatiamo un tabù!
Una delle grandi questioni che ha tenuto banco negli ultimi anni in merito alle shopper biodegradabili e compostabili è quella relativa alla loro resistenza. Larga parte dell’utenza, infatti, si è lamentata del fatto che i nuovi materiali di cui vengono composte le shopper siano troppo sottili, e dunque rendano estremamente facile la rottura del tessuto. In realtà, ciò non è vero, poiché non sono i materiali ad influenzare questo dato. Questo, infatti, riguarda lo spessore della busta, che varia da 12 a 25 millesimi di millimetri, un terzo di un singolo capello umano. Questo sottilissimo strato di materiale è quello a cui, generalmente, noi affidiamo dozzine e dozzine di chilogrammi di prodtti, tra liquidi, barattoli e scatolame vario. La verità, dunque, è che i materiali delle shopper biodegradabili garantiscono un risultato valido anche in assenza di spessore. Questo dato non è assolutamente da sottovalutare, poiché si ribalta completamente la visione che si ha, generalmente, di questi ecologici porta borse.
Cosa significa essere biodegradabili: l’ecologia nelle shopper di oggi
Per parlare di biodegradabile bisogna partire dall’analisi del concetto che intende un materiale che può degradarsi grazie a batteri o funghi in acqua, in aria o in gas naturale o biomassa. anche una bioplastica può essere considerata come biodegradabile, nonostante non valga per tutti i prodotti, come ad esempio la bio-pet, che ha sostituito negli ultimi tempi la plastica tradizionale. e non solo, anche polimeri realizzati da combustibili fossili può essere biodegradabile, nonostante sia ancora poco diffuso. questo perchè la biodegradabilità è legata alle condizioni in cui viene lasciato il rifiuto, al tempo che permane e alla temperatura, ma soprattutto alla presenza di ossigeno o microrganismi che riescano a digerirlo.
Secondo la nuova legge in vigore, si dispone che i sacchetti debbano rispondere a dei requisiti molto rigidi, infatti devono essere sia biodegradabili che compostabili e che provengano per la maggior parte da fonti a base bio.