Gela. Sono tante le incognite, ancora senza soluzione. Il servizio rifiuti, in città, va incontro ad un periodo di forti incertezze. Della gara d’appalto, andata deserta per tre volte, l’amministrazione comunale ha deciso di interessare sia la prefettura di Caltanissetta che l’Autorità nazionale anticorruzione. In cerca di una soluzione, è stato nominato anche un legale che farà da consulente. Al momento, l’azienda campana Tekra mantiene la gestione, seppur in proroga. Cosa accadrà nei prossimi mesi non è semplice ipotizzarlo, anche perché l’emergenza Covid-19 ha bloccato qualsiasi tipo di interlocuzione, anche con la Srr4. “In questo periodo – spiega il presidente della Srr Salvatore Chiantia – è impossibile riunirsi e anche la Regione non riesce ad assicurare la piena attività”. L’unico dato certo è l’assegnazione degli appalti per gli altri lotti territoriali, che corrispondono ai Comuni rientranti nella Srr. “La Centrale unica di committenza ha effettuato le verifiche – dice ancora Chiantia – l’unico dubbio riguarda l’assegnazione per il lotto di Piazza Armerina, che potrebbe andare alla seconda classificata”. Pare siano sorti problemi dopo gli approfondimenti condotti sulla General Montaggi di Catenanuova, che si è aggiudicata la gara annuale. Nelle ultime settimane, l’amministrazione comunale e i vertici di Tekra stanno tentando di adeguare il servizio, in attesa del Piano economico finanziario, altro atto fondamentale che deve essere approvato. I dubbi, però, non riguardano solo il futuro più o meno prossimo dell’appalto, ma anche la gestione degli impianti.
In teoria, a fine aprile toccherebbe alla nuova società in house, di proprietà della Srr4, entrare a regime, assumendo il controllo di impianti come il Tmb ma anche della discarica Timpazzo. Il tavolo tecnico in Regione che era stato chiesto dai sindaci non si è ancora riunito. “Non abbiamo notizie – aggiunge Chiantia – anche quello sarà un punto da chiarire. In questo periodo, purtroppo, non ci è stato possibile avere interlocuzioni”. In una situazione di questo tipo, non sembra da escludere l’ipotesi che l’Ato Cl2 in liquidazione possa eventualmente ottenere la proroga di una gestione, che in realtà sarebbe già dovuta cessare diversi mesi addietro.