Gela. Due settimane fa, i poliziotti del commissariato di Niscemi e quelli della mobile di Caltanissetta sono arrivati in un’area rurale di contrada Feudo Nobile. Il blitz è scattato per il sospetto che si stesse organizzando una piantagione di marijuana. Sono state trovate trentuno seminiere, oltre al necessario che sarebbe servito per la coltivazione. Sono stati arrestati il cinquantaduenne gelese Salvatore Nardo e il ventisettenne niscemese Melchiorre Di Modica. Il gip del tribunale di Gela ha convalidato i fermi, ma non ha disposto misure cautelari. Entrambi sono tornati in libertà e a Nardo, come chiesto dal legale di difesa Salvo Macrì, sono stati restituiti i quattrocento euro che aveva con sé. Le decisioni del gip, però, non hanno convinto i pm della procura che hanno presentato appello al tribunale del riesame di Caltanissetta. Ritengono che gli indagati stessero effettivamente tentando una coltivazione su vasta scala e probabilmente sosterranno la necessità di applicare misure cautelari. Era stata chiesta la detenzione in carcere per entrambi.
Per le difese, il fatto che fossero presenti delle seminiere non proverebbe l’intenzione di avviare la coltivazione. I due arrestati hanno spiegato che non era in atto alcuna attività stabile nel terreno individuato dai poliziotti. Di Modica è difeso dall’avvocato Antonio Muscia.