Gela. Dopo sette anni dal rilascio dell’autorizzazione unica, cala il sipario sul progetto “Ciliegino”, almeno per quanto riguarda la cooperativa Agroverde che aveva ottenuto il provvedimento dalla Regione. A fine febbraio, la coop è stata dichiarata decaduta. Garanzie bancarie ritenute non adeguate, lavori paralizzati che si sarebbero dovuti concludere due anni fa e anche l’assenza di una vera e propria disponibilità giuridica delle aree (il procedimento di esproprio non si è concluso entro i termini perentori dettati dalla burocrazia regionale), ci sono tutti questi fattori dietro alla firma del dirigente generale del dipartimento regionale dell’energia, che fa decadere l’autorizzazione. Non sono bastate quattro proroghe, concesse nel corso degli anni. Neanche i possibili partner imprenditoriali preannunciati da Agroverde hanno fatto cambiare rotta ai funzionari palermitani. Del resto, gli investitori più volte ipotizzati, non si sono mai veramente concretizzati. Il progetto “Ciliegino” era stato annunciato come una grande svolta per il territorio e l’allora presidente della Regione Rosario Crocetta intervenne in pompa magna il giorno della posa della prima pietra. Gran parte della politica locale, senza troppe differenze di schieramento, sponsorizzò il maxi investimento per il polo agro-fotovoltaico. Di concreto non c’è mai stato nulla, ad eccezione dei proprietari espropriati e di continue vicissitudini che portarono al fermo quasi immediato dei lavori di movimento terra. I vertici della cooperativa, ad inizio anno, hanno raggiunto un’intesa per bloccare l’istanza di fallimento avanzata dall’associazione Airone, che attende come molti altri espropriati di ricevere le indennità previste. Le amministrazioni comunali che si sono succedute a Palazzo di Città, ad oggi, non sono riuscite a trovare una soluzione.
A rischio ci sono le casse del Comune e il sindaco Lucio Greco ribadisce che “ci sono diversi gruppi ancora interessati al progetto”. “Ci sono cose importanti all’orizzonte – spiega ancora – sto dedicando il mio impegno a questa vicenda, con la massima serietà. Sono stati prodotti danni enormi, compresi quelli erariali. Il Comune continua a subire cause. Sto lavorando per tutelare gli interessi dell’ente e quelli di chi è stato danneggiato, come i proprietari e i fornitori che non sono stati pagati”. Greco segue personalmente il dossier del progetto e pare che negli ultimi tempi il dialogo sia piuttosto avviato con un gruppo imprenditoriale turco, che a livello locale e regionale avrebbe comunque importanti riferimenti, anche politici. Non si sa molto, ma sarebbe tra le opzioni messe sul tavolo. Il maxi progetto che avrebbe dovuto rilanciare il comparto agricolo locale, così da rappresentare un’alternativa vera all’industria, dopo sette anni non ha prodotto nulla.