Gela. Nonostante il vertice di ieri in Sicindustria, non c’è alcuna soluzione alla vertenza degli otto lavoratori ex Trainito Costruzioni. Aziende e sindacati sono distanti. “Il vertice, malgrado la presenza di tutti, non ha sortito gli effetti sperati ne consegue che ad oggi non vi è una risposta concreta a beneficio degli otto lavoratori – fanno sapere dalle segreterie di Fillea, Filca e Feneal – che senza alcuna responsabilità sono rimasti senza occupazione e senza una prospettiva per il loro presente ancor prima che per il loro futuro”. Sindacati e lavoratori, tornati a protestare anche con sit in lungo la statale 117 bis, ritengono che le due aziende che continuano a gestire i contratti di appalto, Sdl e Di Cataldo, abbiano tutte le possibilità per assumere i lavoratori.
“Ma è così difficile risolvere questa vertenza? Cosa si nasconde dietro la gestione degli appalti, delle proroghe, dei lavori da eseguire tanti e importanti? Chi dirige i centri oli conosce benissimo questi lavoratori che noi rappresentiamo dato che da venticinque anni lavorano nelle varie commesse Enimed e dato che li conoscono perché non si dirime la vertenza arrivando subito ad una soluzione dignitosa – aggiungono – il sindacato confederale e di categoria va avanti con estrema libertà nel dire le cose come stanno e nel porsi interrogativi che sicuramente troveranno risposta”. I lavoratori, rimasti senza occupazione dopo la rinuncia di Trainito Costruzioni, attendono di avere indicazioni sul loro futuro. “Siamo più che convinti che la buona volontà e l’onestà di tutti daranno le adeguete risposte ai lavoratori e alle loro famiglie che non sono in cerca di prebende, cortesie, raccomandazioni ma di atti concreti aggiungono – cioè di ricominciare a produrre ore e giorni di lavoro, lo stesso diritto al lavoro sancito dalla Costituzione Italiana, lo stesso valore che ogni impresa, ad iniziare da Enimed, dovrebbe svolgere cioè il ruolo sociale anche per questo dobbiamo capire come fanno le assunzioni le varie imprese che ruatono negli appalti”. Operai e sindacati, come hanno fatto con i segretari Ignazio Giudice, Francesco Cosca e Francesco Sudano, potrebbero riprendere la protesta.