Gela. Le indagini sono ancora in corso, dopo gli arresti eseguiti dai carabinieri, che hanno messo a segno il blitz “Showdown”. E’ stata scoperta quella che gli investigatori ritengono una bisca clandestina, in un immobile di via Citelli. Gli indagati, secondo le accuse, sarebbero riusciti a controllare le giocate, usando il sistema “Pina”. Attraverso un’app e un lettore nascosto nel portacarte, avrebbero pilotato le vincite. I provvedimenti firmati dal gip, su richiesta dei pm della procura, hanno raggiunto Calogero Lo Porto, Rosario Romano e Vincenzo Lauria. Romano, attraverso il legale di difesa Giuseppe Cascino, si è rivolto ai giudici romani della Corte di Cassazione. E’ attualmente ai domiciliari e verrà chiesto di rivedere il provvedimento emesso nei suoi confronti. In fase di interrogatorio, gli indagati hanno spiegato di non aver mai tratto vantaggio dal sistema “Pina”. Tutti i “clienti” della bisca sarebbero stati consapevoli della possibilità di perdere le somme puntate nel corso delle mani di Texas Hold’em.
Intorno ai tavoli di via Citelli si sarebbero seduti esercenti locali, un militare della capitaneria di porto in pensione, un poliziotto e un dipendente del tribunale di Enna (che non sono indagati). Sono altri quattro i coinvolti, non raggiunti da misure cautelari.