Gela. Ci sarebbero stati anche loro dietro ai furti e allo spaccio di droga ricostruiti dagli investigatori nell’inchiesta “Praesidium”. Avrebbero avuto un profilo meno evidente rispetto a quello di altri presunti complici, già giudicati, ma secondo le accuse non si sarebbero tirati indietro. Dopo il rinvio a giudizio, sono a processo Crocifisso Giaquinta, Andrea Lo Bartolo, Carmelo Martines, Maurizio Saverio La Rosa, Giuseppe Di Giacomo, Salvatore Salafia, Paolo Fausciana, Crocifisso Vella e Vincenzo Ingegnoso. Il dibattimento verrà aperto il prossimo luglio. Sono finiti nella rete degli investigatori, che per diversi mesi monitorarono quello che accadeva tra le vie del quartiere Sant’Ippolito, dove alcuni degli imputati vivevano stabilmente.
Quelle strade, secondo le accuse, sarebbero diventate una presunta base logistica, anche per nascondere la refurtiva. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Carmelo Tuccio, Davide Limoncello, Laura Caci, Giusy Ialazzo, Giovanna Zappulla, Paolo Testa, Alessandra Campailla, Giuseppe Ferrara e Francesca Granvillano.