Gela. L’hanno chiesto a più riprese non solo le forze dell’ordine e i magistrati della procura, ma anche questura e prefettura. Serve un nuovo sistema di videosorveglianza comunale, che consenta di coprire il territorio, riducendo al minimo danneggiamenti e azioni criminali, che negli anni hanno funestato le notti della città, ma non solo. Si passerà dalle compensazioni minerarie, quelle che Eni versa alla Regione per le attività estrattive e che Palermo deve destinare al Comune. Poco meno di un milione di euro, per l’installazione di almeno cinquanta nuovi sistemi di videosorveglianza, la cui manutenzione spetterà poi alla Ghelas, dell’amministratore Francesco Trainito, imprenditore che ha una notevole esperienza nel settore. Ora, c’è anche un atto di indirizzo, varato dalla giunta del sindaco Lucio Greco. La decisione di finanziare l’acquisto dei nuovi sistemi con i soldi delle compensazioni minerarie è maturata dopo diversi confronti con la prefettura di Caltanissetta, che ha chiesto di fare presto, così da attivare una rete di videosorveglianza molto più efficiente, superando quella del passato, ormai del tutto vetusta.
Non si esclude neppure la possibilità di rafforzare successivamente la copertura, con altre videocamere, ma in questo caso da garantire con possibili finanziamenti del Ministero dell’interno.