RIESI. Un buco di circa 40 mila euro, sarebbe stato provocato dall’iter seguito dall’amministrazione per opporsi a ricorsi su bollette dell’acqua. Il caso delle Cartelle Serit per la riscossione del canone idrico (97– 2003) è stato sollevato, durante la seduta su debiti fuori bilancio pari a circa 100 mila euro, dal consigliere Elio Angilella, che parla di sperpero di denaro pubblico e di futuro tracollo finanziario dell’ente.
Maria Zuffanti, difesa dall’avvocato Giovanni Pace è la prima cittadina, alla quale il Giudice di Pace ha riconosciuto annullamento di bolletta e risarcimento di spese legali sostenute pari a circa 1200 euro. Tra i destinatari delle bollette(che variano da 130 a 170 euro), 14 cittadini, seguiti da altri, hanno presentato ricorso al Giudice di Pace poiché sostengono che le bollette siano già andate in prescrizione. E altri ricorsi sono in arrivo.
Il comune si era costituito per dimostrare l’interruzione dei termini ma inutilmente. Il Giudice di Pace condanna in solido Comune e Serit ad annullare le cartelle ed al pagamento delle spese legali(circa 500 euro per ogni utente che ha vinto ricorso per un totale di spesa di 7 mila euro per l’ente). Il comune, da incarico (per un importo di circa 6 mila euro) all’avvocato Egidio Alma di presentare Appello.
Il Giudice del Tribunale di Caltanissetta conferma il verdetto del Giudice di Pace. Così il comune è condannato ad annullare le cartelle ed al rimborso delle spese legali pari a 300 euro per ogni utente. Il comune salda il corrispettivo alla signora Zuffanti solo a seguito di atto di pignoramento effettuato dall’avvocato Pace. ”Il comune è stato già danneggiato dall’iter seguito dall’amministrazione – dice Angilella -. Se per riscuotere 100 euro l’ente versa 1200 euro figuriamoci per gli altri 14 casi, nonché per ulteriori ricorsi. Si rischia l’effetto a catena. Un danno di 40 mila euro non solo per il mancato introito ma anche per le spese legali.
Tutto ciò poteva essere evitato annullando in autotutela le bollette. Invece si da un incarico ad un legale pur sapendo di perdere già in partenza”. Replica l’assessore ai Tributi Pino Testa : abbiamo ereditato una zavorra di debiti. “La genesi di questo contenzioso – spiega Testa- non è imputabile all’amministrazione attuale. Credo che il comune abbia il dovere di opporsi ai ricorsi nei tre gradi di giudizio. Non si può condannare un comune a pagare 600 euro per una bolletta di 100. L’amministrazione si riserva di rilevare responsabilità soggettive, inviando gli atti alla Corte dei Conti”.