Caltanissetta. «A nome personale e del consiglio direttivo esprimo vicinanza al medico e ai tre infermieri che sono stati aggrediti dai familiari di un paziente deceduto perché affetto da grave patologia, ritenendoli responsabili della sua morte. Non sono accettabili le violenze contro i medici e il personale sanitario, perché la loro priorità è salvare le vite degli altri e non difendersi dagli aggressori che ne mettono a repentaglio l’incolumità». Lo dice il presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Caltanissetta, Giovanni D’Ippolito, a seguito dell’aggressione avvenuta ieri nel reparto di Medicina dell’ospedale “Vittorio Emanuele” di Gela. D’Ippolito ha manifestato l’intenzione dell’OMCeO nisseno di costituirsi parte civile nel procedimento penale contro i responsabili dell’episodio di violenza.
«Occorre riavvicinare medici e pazienti, colmando la distanza che si è creata negli ultimi anni e ristabilendo la fiducia, che è uno dei più efficaci deterrenti contro i ripetuti atti di violenza – aggiunge D’Ippolito -. La violenza è un problema che condiziona ogni giorno l’impegno e il sacrificio dei medici, degli infermieri e degli operatori sanitari, impedendo di fatto al sistema di rispondere in modo efficiente ai bisogni di salute dei cittadini. Per questo chi aggredisce un medico danneggia tutta la comunità». A tal proposito, nei giorni scorsi la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri ha promosso la campagna di sensibilizzazione “E poi, la vita chi te la salva?” dedicata alle violenze in corsia.