Gela. Negato il trasferimento ospedaliero ad una donna alla trentacinquesima settimana di gravidanza con improvvisa emiparesi facciale. La consulenza in una struttura più attrezzata si era resa necessaria dopo che “le richieste di consulenze inoltrate alle unità operative di Anestesia e rianimazione, Medicina e Neurologia dell’ospedale “Vittorio Emanuele” avevano esito positivo. Addirittura, il reperibile di psichiatria avrebbe “sottolineato la propria non competenza relativa al caso”, costringendo il primario di Ostetricia e ginecologia, Michele Palmeri, a denunciare l’accaduto direttamente al direttore sanitario del distretto ospedaliero Cl2 e dell’unità di emergenza Mcau, parlando in una nota interna di “condizione di quasi rischio”.
A mandare su tutte le furie il dirigente di Ostetricia sarebbe, stando al contenuto del comunicato interno, l’impossibilità di fare leva sulla reperibilità degli autisti e usare le ambulanze in dotazione all’ospedale rimaste ferme al palo dai “tagli” alla reperibilità.
Erano state le sigle sindacali a denunciare, senza successo, la necessità di garantire la pronta reperibilità degli autisti onde incorrere in situazioni simili.
I tempi di trasferimento della partoriente hanno subito ulteriori ritardi perché le ambulanze delle due postazioni del servizio 118 erano impegnate in altre emergenze.
Per correre ai ripari, considerata la situazione di “quasi rischio” evidenziata dal dirigente di Ostetricia, si sarebbe rivelato necessario chiedere l’ausilio di una ambulanza dell’ospedale nisseno Sant’Elia che da Caltanissetta è giunta in città dove ha prelevato la paziente per trasferirla ad Enna presso la più efficace unità operativa di Ostetricia dotata di Utin e Neurologia. “In attesa di riscontro – scrive l’ostetrico ai dirigenti dell’Asp di Caltanissetta – comunico la mia disponibilità per eventuali audit di confronto”.