Gela. Tra le norme della legge di bilancio nazionale che il governo Musumeci ha deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale c’è anche quella sul commissariamento delle Zone economiche speciali, comprese quelle siciliane. Nelle Zes rientrano diverse aree del territorio locale, che sulla carta dovrebbero ottenere sgravi e vantaggi fiscali, così da attrarre nuovi investimenti. Il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, durante la sua visita istituzionale in Comune, aveva annunciato l’intenzione di voler fare in fretta per l’avvio delle Zes, anche attraverso un commissariamento. Per il governo regionale, però, un commissario individuato solo da Roma per tutte le Zone economiche speciali non è la soluzione migliore e anche l’Ugl condivide i dubbi dell’esecutivo Musumeci. Lo fa con il segretario regionale Giuseppe Messina e con quello confederale Andrea Alario. Le Zes, dopo l’istituzione ufficiale, non sono entrate a regime. L’amministrazione comunale ha ottenuto di recente un ampliamento delle aree locali ricomprese. Bisogna però concretizzare. “Come Ugl esprimiamo forte dissenso e sosteniamo la scelta del governo Musumeci di impugnare le norme davanti alla Corte Costituzionale. Fa riflettere la scelta del governo nazionale – dice Messina – perché danneggia la Sicilia dato che non servirà più l’intesa con la Regione per riclassificare le risorse nazionali destinate alle politiche di coesione e quelle del Fondo per lo sviluppo e la coesione. Il presidente dell’Autorità di sistema nella gestione delle due Zes istituite in Sicilia, che era indicato d’intesa tra Stato e Regione, adesso con norma contenuta nella legge di bilancio 2020 statale è sostituto da un commissario straordinario scelto unilateralmente dal governo nazionale”.
Per Alario, così potrebbero sommarsi nuovi ritardi, che andrebbero a pesare su un territorio, economicamente orfano di tutto. “La decisione di accentrare su Roma la scelta dell’individuazione di un commissario straordinario a capo delle Zes in Sicilia, che coinvolgono le opportunità di insediamento produttivo agevolato a Gela – dice Alario – ci preoccupa non poco perché potrebbe significare un ulteriore rinvio dell’inizio della nuova stagione produttiva e occupazionale nell’area industriale gelese. Si faccia presto perché la crisi economia e sociale non è più sostenibile”.